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scheda di Segala, M., L'Indice 1992, n. 5
È difficile accostarsi a un libro di Margaret Jacob senza ripensare alla sua celebre e provocatoria monografia su "I newtoniani e la rivoluzione inglese, 1689-1720" (1976). Famoso anche in Italia grazie alla traduzione del 1980 presso Feltrinelli, quel primo libro fece discutere a lungo i sostenitori della storia interna della scienza con i sociologi della scienza. La sua tesi principale, sul nesso tra "glorious revolution", politica e teologia della chiesa anglicana e vittoria del newtonianesimo al volgere del XVII secolo, è ripresa nel presente volume, ma è diventata soltanto una delle molteplici indicazioni di quella che si presenta come una ramificata ricostruzione della rivoluzione scientifica. Rispetto al testo del 1976, il presente valica i confini dell'Inghilterra e del XVII secolo, per dedicarsi alle vicende della nuova scienza in Europa fino alla seconda metà del Settecento.
L'intento dell'autrice è di mostrare la continuità tra i risultati e i valori della rivoluzione scientifica e la nascita della mentalità che ha portato allo sviluppo del capitalismo e dell'industria. Per dimostrare questa continuità, ella nega con forza che nel corso del Settecento vi sia stata la coscienza della distinzione tra scienza "pura" e scienza "pratica", e quindi chiarisce che l'apparente declino settecentesco della ricerca "pura" in un'istituzione come la Royal Society in realtà non è che la trasposizione di concezioni odierne in un contesto refrattario. Con ricchezza di dati e con illuminanti esempi, la Jacob illustra che la rivoluzione industriale non nasce solo dai fattori socioeconomici più volte nominati dagli storici dell'economia, ma anche e soprattutto da una mentalità che è il frutto della rivoluzione scientifica newtoniana. È questa mentalità, ancorata a un insieme di valori etici, religiosi e politici, che concorre a indirizzare la ricerca nelle società scientifiche del Settecento, una ricerca che ha fini "puristici" ai nostri occhi di uomini del XX secolo, ma che era l'unica possibile per gli uomini che avevano fondato la nuova scienza e per i loro successori.
La ricostruzione della Jacob illustra in modo convincente questa continuità tra Newton e i costruttori delle macchine a vapore, tra le leggi della meccanica e le tecniche di estrazione del carbone, le arti della fonderia o della guerra. La prima parte del volume è infatti dedicata ai protagonisti della rivoluzione scientifica (Copernico, Bruno, Campanella, Galileo, More, Bacone, Cartesio, Gassendi, Hobbes e Newton), alla diffusione del loro pensiero in Europa e alle ragioni di tale diffusione. La seconda parte illustra la germinazione delle loro concezioni, l'affermarsi della nuova cultura scientifica e la nascita del mondo moderno all'interno della rivoluzione industriale.
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