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Anno edizione: 2015
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Andrea Nicolotti è storico preparato, scrupoloso e preciso nei suoi scritti. Si conferma tale anche in questa opera ove è senz'altro pregevole il lavoro di approfondimento storico ed esegetico; interessante anche la parte relativa alla sindonologia moderna nella quale, però, l'autore rivela apertamente la sua posizione non “autenticista”, mostrando minore obiettività nella esposizione.
Davvero molto interessante, l'ho anche regalato ed è stato molto gradito.
E'un libro ricco di contenuti sia per la questione storica sia per la questione scientifica.Nicolotti è assegnista di ricerca di Storia del Cristianesimo,per cui argomenta nella prima parte con tantissime citazioni di documenti ed eventi, fa anche una rapida panoramica sulle altre reliquie apparse nei secoli.Nella seconda parte del testo piuttosto corposa anche la trattazione degli studi scientifici sul telo.Se posso fare un paragone con una corsa,i negatori dell'autenticità sono davanti, e i sostenitori rincorrono. Infatti i primi dicono che non c'è traccia del telo in qualche documento prima del Trecento, e i secondi si affannano di spiegarlo, i primi avvalorano l'esito della datazione col carbonio, e i secondi svalutano l'esame.Gli scettici comunque ritengono inconsistente l'affermazione fondamentale degli autenticisti, che il telo non sia umanamente riproducibile.Il frottage è una possibile spiegazione. Interessante pure una relazione di una storica dell'arte che a suo tempo propose un metodo basato sull'utilizzo di una stoffa bagnata, ma che non era in grado di eseguire lei stessa. Peccato che in nessun documento siano menzionate le generalità dell'autore, perchè in realtà egli fu identificato dal vescovo contemporaneo che condusse le indagini.Viene smontata l'argomentazione piuttosto dibattuta che per produrre l'immagine bisognasse conoscere la fotografia prima della sua invenzione, in quanto si confonde l'effetto di una impronta con un negativo fotografico.Viene pure invalidato che l'immagine si fosse formata per contatto con un corpo disteso, per alcune caratteristiche dell'immagine stessa. In conclusione Nicolotti ritiene che non si possa pretendere dagli scettici di riprodurre la Sindone fino al livello microscopico, neppure di uno Stradivari ci si riesce, non per questo lo si ritiene di origine soprannaturale. Gli studiosi devono limitarsi a proporre un metodo verosimile ed è quanto basta. La lettura del libro è appassionante ed avvincente,e la consiglio.
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