I soldi in paradiso. Questo romanzo vi racconta come avverrà la fine del capitalismo in Italia.Milano, , . volume in buone condizioni. Pagine leggermente ingiallite. Segno a penna sulla prima pagina. Sovraccoperta leggermente ingiallita Ora che il Sistema sta per crollare, tutti gli italiani cercano di arrangiarsi e non si vede perché soltanto l'Anonimo dovrebbe restare alla finestra. Ora che tutti gli imprenditori hanno eliminato o trasferito all'estero i capitali di rischio, cioè i soldi loro, e dissipano in patria i crediti bancari, cioè i soldi degli altri, essi sono pronti a discutere qualsiasi richiesta, anche la più stravagante. L'Anonimo è convinto che gli sarebbe stato facile, grazie a un piano semplice ma ingegnoso, di inserirsi in questo meccanismo e aumentare considerevolmente il suo conto in banca. Egli avrebbe incontrato qualche difficoltà solo fra i suoi amici in politica, ormai concordi a parole, nell'adeguarsi all'Italia che cambia, ma altrettanto decisi a impedire, nei fatti, tutto ciò che avrebbe potuto turbare equilibri sempre più avanzati e sempre più precari. I politici avrebbero fatto tutto il possibile per dissuadere l'Anonimo, ma dinanzi a un interlocutore deciso a insistere nelle sue richieste con cortese fermezza, essi avrebbero finito per cedere e per consentire che cinque miliardi fossero trasferiti sul suo conto in una banca svizzera. Appena gli è venuta in mente l'idea che avrebbe potuto arricchirsi alle spalle di un potente industriale, l'Anonimo ha preso carta e penna. Se non avesse cercato un rifugio nella narrativa, la tentazione di mettere in pratica il suo disegno si sarebbe fatta irresistibile.
I soldi in paradiso. Questo romanzo vi racconta come avverrà la fine del capitalismo in Italia.Milano, , . volume in buone condizioni. Pagine leggermente ingiallite. Segno a penna sulla prima pagina. Sovraccoperta leggermente ingiallita Ora che il Sistema sta per crollare, tutti gli italiani cercano di arrangiarsi e non si vede perché soltanto l'Anonimo dovrebbe restare alla finestra. Ora che tutti gli imprenditori hanno eliminato o trasferito all'estero i capitali di rischio, cioè i soldi loro, e dissipano in patria i crediti bancari, cioè i soldi degli altri, essi sono pronti a discutere qualsiasi richiesta, anche la più stravagante. L'Anonimo è convinto che gli sarebbe stato facile, grazie a un piano semplice ma ingegnoso, di inserirsi in questo meccanismo e aumentare considerevolmente il suo conto in banca. Egli avrebbe incontrato qualche difficoltà solo fra i suoi amici in politica, ormai concordi a parole, nell'adeguarsi all'Italia che cambia, ma altrettanto decisi a impedire, nei fatti, tutto ciò che avrebbe potuto turbare equilibri sempre più avanzati e sempre più precari. I politici avrebbero fatto tutto il possibile per dissuadere l'Anonimo, ma dinanzi a un interlocutore deciso a insistere nelle sue richieste con cortese fermezza, essi avrebbero finito per cedere e per consentire che cinque miliardi fossero trasferiti sul suo conto in una banca svizzera. Appena gli è venuta in mente l'idea che avrebbe potuto arricchirsi alle spalle di un potente industriale, l'Anonimo ha preso carta e penna. Se non avesse cercato un rifugio nella narrativa, la tentazione di mettere in pratica il suo disegno si sarebbe fatta irresistibile.
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