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Anno edizione: 2015
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Davvero un bel romanzo! Brava Cynthia Collu! Protagonista assoluta una scrittura raffinata precisa coinvolgente, ma nel contempo misurata e mai enfatica, anche quando la drammaticitá dei temi trattati avrebbe potuto indurre in tentazione. Un libro da leggere lentamente - facile a dirsi, difficile a farsi: l'ho letteralmente fagocitato - per non perdersi la profonditá e l'abilità dell'autrice a pescare, come un secchio dal pozzo, emozioni e sentimenti nei suoi personaggi, ma anche emozioni e sentimenti dentro di te che lo leggi. Da centellinare quindi per non privarsi della gioia di cogliere quelle infinite sfumature, quelle raffinatezze della scrittura, ma anche quei rimandi e quegli omaggi a grandi autori della letteratura che Cynthia Collu, con grazia e senza mai autoincensarsi, ha saputo tributare tra le righe.
Il romanzo racconta magistralmente la storia di Miriam, una donna intrappolata nella propria esistenza; verrebbe da dire, intrappolata in quella che avrebbe desiderato fosse la propria vita. Un matrimonio che si sfalda, un marito che la tradisce, la opprime, la maltratta con aggressioni quotidiane che non si esprimono necessariamente attraverso lo scontro fisico: i comportamenti, gli sguardi, le parole sanno spesso ferire ben più perfidamente di un pugno. Madre di un bambino che il marito non desiderava e che è causa di continui attriti, Miriam ha paura del cambiamento, non vuole spezzare i legami - fisici, economici, psicologici - che la legano alla sua realtà e allora, fino al sorprendente epilogo, eccola coltivare sensi di colpa cercando in sé l'origine quello che non funziona più nella relazione con suo marito. Molti lettori si ritroveranno in questa storia o ritroveranno, nei personaggi, parti di sé e della propria esistenza. Sono temi attuali, dolorosi e fin troppo "normali" nella vita quotidiana, temi che sono risolti nel romanzo con una serie di affreschi crudi e realistici che costringono il lettore ad amare e a detestare, in una parola: a partecipare. Intorno a tutto questo una scrittura che incanta, raffinatissima, senza sbavature, fatta di frasi che scavano nelle profondità dell'animo dei protagonisti rivelando, come in un'immagine ai raggi X, aspetti nascosti della loro natura. Uno stile trascinante, limpido, che mi ha costretto, come lettore, a non abbandonare mai Miriam anche quando il libro era chiuso in casa e io mi trovavo lontano, occupato nelle grandi e piccole cose della vita. Un libro che ho cercato di leggere d'un fiato, salvo poi sentirmi un po' in colpa per aver bruciato una bella storia in tre giorni con sedute di lettura da record (che, sia detto per inciso, hanno rischiato di minare il mio d'un matrimonio) e che, dopo aver girato anche l'ultima pagina, ho posato a malincuore ripromettendomi di rileggerlo al più presto.
Il libro di Cynthia Collu è un percorso che non permette soste. La storia di Miriam si dipana lungo un filo che traccia le sofferenze quotidiane di una donna che subisce disprezzo, umiliazioni, tradimenti e percosse; una donna che mai avrebbe pensato di diventare succube, ma che, passo dopo passo, vede la propria vita scivolare lungo il piano inclinato della perdita della propria dignità. L'autrice non fa teatro, non mette in scena patetici drammi famigliari, ma si cala in ogni personaggio capitolo dopo capitolo: è Teodoro, il bambino in un mondo adulto incomprensibile; è Sebastiano, il marito che cavalca il proprio ego; è Miriam, la moglie e madre che cerca un senso al suo esistere e si aggrappa alla ragnatela della speranza. Non sono gli eventi a tenere avvinto il lettore, quanto piuttosto l'evolversi, la dinamica dei sentimenti e dei comportamenti che portano a riflettere su un tema così attuale e così antico come quello della violenza fisica e psicologica sulle donne, violenza che, lontana da occhi estranei, fa il proprio nido nella famiglia. Cynthia Collu non molla il lettore fino a pagina 267 - l'ultima.
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