L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Valeria Bianchi Mian afferma giustamente nell’incipit della sua prefazione che “Se non è facile scrivere storie d’amore, ancor più complesso è tessere i sentimenti in versi per cantare la poetica del desiderio”. Certo. Questa affermazione è valida in generale per tutti coloro che producono versi. Ma non lo è per Marco Galvagni la cui poesia nasce da una fonte zampillante a versamento costante. Perché Marco è un poeta che non sa essere che un poeta. Voglio dire che la sua propensione alla scrittura poetica è come un fatto naturale che nasce da una versificazione a germinazione spontanea. A me ha sempre dato, e mi dà anche oggi con la lettura di questi versi, l’impressione che la sua scrittura nasca come acqua sorgiva che vien fuori naturalmente. E sorgiva mi permetto di definire anche la sua parola, il suo linguaggio poetico: sempre fresco, prodotto di uno stato necessitato, di una fantasia ribollente, sì, ma sempre tenuta “miracolosamente” sotto stretto controllo. Si tratta di quella fenomenologia dell’immaginazione che è una facoltà tipica del poeta, ma che se lasciata libera di scorrazzare nei territori della poesia, può anche causare danni incalcolabili. Perciò ha ragione Baudelaire: è necessario che il poeta tenga tra le redini l’immaginazione per portarla dove egli vuole e non dove essa pretenderebbe di gettarlo. A Marco riesce facilmente l’operazione poetica – sincronismo davvero prodigioso – fatta di spontaneità creazionale e rigido controllo della forma espressiva, il che avviene soltanto ai poeti di razza. In questa silloge i “sottili pensieri di canto” trovano “naturalmente” la loro strada per inverarsi in versi di squisita fattura, di eleganza quasi sfrontata, che ti trasportano di qua e di là, spesso “sulle ali del vento”, nei percorsi misteriosi delle stelle. (N.B.: Il resto della recensione non entra in questo spazio. Ma può bastare!).
In questo libro di Marco Galvagni, I sottili pensieri di canto, si avverte lo spirare di una tempesta, d’una forte evidenza, quella della passione. La passione è dichiarata motivo di luce di vita e non di oscurità. Questa sembrerebbe appunto la concezione di vita dell’autore: “mentre il cerchio della stringe/e, in un assedio di spezzate illusioni,/a noi non resta che la scintilla d’un uragano/di passioni ad illuminare l’umano cammino” (51). Ma non si tratta di un assunto assoluto, perché questo, che colpisce per la sua perentorietà, è in realtà un elemento forte della poetica e della concezione di vita dell’autore, ma sta insieme a molti altri elementi, sicché il libro è un crogiolo che contiene e mescola molto altro. Difatti, assieme al brano su citato, si potrebbe usare in epigrafe a un commento quest’altro, che appare il contrario di quello, e completa l’altro: “tu… un’idea,/un antico monito…/cielo di luna sognante all’occhio diamantato/del giudizio” (66). Ma anche, infine, è l’amore l’epigrafe al libro della vita: “Se siamo nati anche per soffrire/il nostro destino, stagliandosi nel blu del mare,/è solo d’amarci per un’eterna durata.” (60) Così il poeta regala un libro rigoroso, coerente, di un carattere che è oggi difficile trovare: perché si tratta di un Canzoniere d’amore per una donna, scritto “per chi/se non per te…”, ripetono con forte impatto i versi dell’ouverture (13), tessuto di sottili pensieri di canto, distribuiti su tutte le poesie del libro, e in ognuna, nelle varie modulazioni. Un sentimento delicato, incantato, stupito ma anche modulato alle modalità del possesso e della fisicità. Un modo d’amore, questo, che talvolta, come ogni autentico sentimento per la donna, tocca l’esperienza dei mistici: l’“inesprimibile nulla” si profila “tra un bacio e l’altro” (37).
Ho avuto il piacere di leggere "I sottili pensieri di canto" e ho visto nei versi di Marco Galvagni la ricerca di Psiche: dov'è Eros? L'amore sta nei passi del poeta tra la terra e l'azzurro citato in tutti i toni. Nella silloge in questione c'è bellezza, è quella del desiderio che si rivela. Dedicato a una donna, il libro potrebbe essere dono dello spirito all'anima, nel corpo della parola.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore