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Questo libro è il ritratto di un uomo solo, in un mondo per lui inconcepibile. L’uso di droghe come antidoto alla realtà. Giuseppe Casa riesce a raccontare tutto questo con una leggerezza che a tratti sfiora il comico. Consigliatissimo.
Comprato alla libreria della stazione termini, l’ho letto in un fiato, permettendo a ogni parola di entrare ed affondare nel profondo. Si, perché questo libro, nonostante l’ovvietà della storia: quella di un uomo che sceglie di provare un catalogo di droghe per sostenere un’esistenza amara e folle, è in realtà un libro “sull’impossibilità” dell’amore, nella sua eccezione più estesa. Un libro dove niente è lasciato al caso, dove il protagonista e gli altri personaggi che con lui tentato di avere esistenza normale, lottano fino all’estremo, ognuno con le proprie risorse. Ivan, il protagonista è un infermiere assalito da tante angosce: non riesce ad allinearsi con la presunta normalità richiesta nell’ospedale in cui lavora, ma non riesce neppure a sostenere la gioia prevista dall’imminente paternità. Vita pubblica e vita privata si intrecciano seguendo tempi cronologici fatti di passato e presente. Le prime pagine sono bellissime anche se non bastano ad addolcire l’amaro che viene dopo. Struggenti le descrizioni sui ricordi familiari e così i particolari di alcuni incontri. Il lavoro in ospedale è una metafora, la vita coniugale è una metafora e così gli incontri che si succedono, dove la disperazione si alterna ad un’ironia” pruriginosa”. Le ossessioni del protagonista sembrano fuori dal comune, si direbbe roba da drogati, ma in realtà amplificano un disagio di collocazione in un sistema dove tutti vivono in uno stato di all’erta. A fare da cassa di risonanza le paranoie della moglie Jessica, giustificata dalla gravidanza e dalla perdita del lavoro. Giuseppe Casa che conosce la potenza delle parole, nei suoi effetti poetici e evocativi, connota con uno sguardo maschile la relazione con il mondo, si preoccupa di un’ulcera sul ginocchio di una sconosciuta in ospedale ma non si accorge dell’anima trafitta della sua amata Jessica. Nonostante questo, anche l’etica del mestiere viene compromessa.
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