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Animatore del Laboratorio per la democrazia di Firenze, una delle più significative componenti del "movimento dei girotondi", Francesco "Pancho" Pardi in questo libro analizza l'azione del governo Berlusconi, soffermandosi tanto sui principali provvedimenti quanto sui meno visibili motivi ispiratori, e nel contempo ripercorre con grande meticolosità l'esperienza dei girotondi, senza esimersi dall'individuare limiti ed errori né dal denunciare l'impasse che essi stanno attualmente attraversando. Pardi si sofferma estesamente sulla scoperta iniziale, da parte dei promotori del Laboratorio, di un protagonismo politico al di fuori dei consueti canali organizzativi, e poi sulla delusione, che in alcuni casi è stata vera e propria disillusione, nel contatto con i politici di professione. Implacabile con il governo Berlusconi, il libro è infatti anche un duro atto di accusa all'eterna rincorsa al centro da parte del centrosinistra e all'incapacità del suo gruppo dirigente di ascoltare le grida di lamento della base e di aprirsi alle istanze provenienti dalla società. Raccontando di un movimento nato per stimolare i politici di professione, e non per sostituire nuove forme di aggregazione ai partiti, Pardi conclude, significativamente, tracciando alcuni punti fondamentali che la coalizione di centrosinistra dovrebbe assumere come elementi qualificanti di una prossima, eventuale, azione di governo. Ma non starà forse proprio nella mancata volontà di andare oltre un mero ruolo ancillare nei confronti delle organizzazioni politiche e di rivendicare un ripensamento degli ormai logori meccanismi tradizionali della rappresentanza e un più compiuto protagonismo della società il vero limite dei movimenti italiani degli ultimi anni?
Alessio Gagliardi
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