L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho estremamente apprezzato il libro "storia del bosco" di Kuster che analizzava l'evoluzione dei bochi e del loro rapporto con l'uomo dal punto di vista prevalentemente centroeuropeo, mi sono avvicinato a questo testo nella speranza presentasse una visione più "da vicino" ma ne sono rimasto deluso. Il libro prende in considerazione solo il nord italia, Aree come Abruzzo e Calabria sulle quali ci sarebbe stato moltissimo da scrivere non sono quasi considerate, Solo qualche cenno alla Sila e spesso anche inesatto. Sfocia spesso nel nozionistico. Pone attenzione solo alle dinamiche umane con particolare rilievo agli aspetti economici, spesso analizzati fino all'ossessione. Ma del bosco e del paesaggio si occupa ben poco. Non cita affatto lo scempio forestale operato nel XX secolo, non analizza criticamente le statistiche di calcolo della superficie forestale nella quale vengono inclusi anche terreni degradati al fine di pubblicizzare l'incremento di superficie forestale e giustificare liberalizzazioni disastrose dei tagli boschivi cui stiamo assistendo. Cita sempre con disprezzo la libera evoluzione naturale e guarda con ammirazione alla gestione umana. Non analizza neanche in maniera particolarmente approfondita, pur citandolo continuamente, il disastro della perdita culturale dovuta al drastico abbandono attuato nel XX secolo di boschi, campagne e lavori tradizionali in favore di emigrazione ed urbanizzazione. Sembra quasi (?!) un testo finanziato dagli amici dei tagliaboschi e delle biomasse. Considerando che l'assalto distruttivo contemporaneo al bosco fondato su menzogne e speculazioni è partito dal governo renzi e si è successivamente intensificato e considerando che questo testo è del 2020 mi viene il sospetto sia stato commissionato con funzione apologetica
Un libro che smonta molti pregiudizi sulle foreste italiane. I boschi di oggi sono il frutto di una dinamica secolare condizionata dalle necessità socio-economiche di ogni momento storico. L'azione dell'uomo ha così modellato e modificato usi e composizione del bosco favorendo talvolta alcune specie, talvolta altre. Dopo aver letto qusto libro potrete vedere con occhi diversi i boschi che visiterete. Consigliato sia per gli appassionati di storia che di foreste e natura.
Il libro nelle prime pagine sostiene che il bosco italiano va considerato un manufatto. L'autore procede poi con una lunga serie di esempi, dal tempo dei Romani ai giorni nostri, che articolano in maniera convincente quest'affermazione: mostra infatti come il paesaggio boschivo italiano, almeno fino al secondo dopoguerra, tanto per le specie presenti quanto per le loro interazioni con il contorno, sia il prodotto delle attività, agricole, pastorali e industriali, oltre che della cantieristica navale, a cui è dedicato un capitolo specifico. Una premessa esplicita di questo libro è che ciò sia un valore aggiunto del paesaggio italiano, che ha sempre suscitato l'ammirazione dei viaggiatori stranieri. Sotto questo punto di vista, il rapporto italiano con il bosco è perciò agli antipodi della concezione germanica, alla base delle narrazioni dei fratelli Grimm o dei dipinti di Friederich, ma molto in consonanza con la selvicoltura tedesca razionalista dell'Ottocento. Infatti una premessa invece implicita, forse non chiara all'autore ma molto evidente, è che il bosco vada considerato, secondo la concezione illuminista, puramente come riserva di materie prime a beneficio delle attività umane (si veda il libro di Pogue Harrison "Foreste" per un approfondimento di questi temi). Non sfiora mai i pensieri dell'autore, se non come argomentazione strumentale alle sue tesi, l'idea che il bosco sia un ecosistema in cui anche altre creature hanno diritto di esistenza. A partire dall’ultimo dopoguerra questo aspetto è radicalmente mutato: da un «paesaggio verticale» (Sereni) con antropizzazione diffusa sulle pendici montane e collinari, si è passati all'urbanizzazione intensiva della pianura e di alcune aree limitrofe, a cui si è accompagnato l'abbandono di vaste aree montane, dove si sono formati estesi boschi spontanei.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore