Indice
Indice:
Premessa
Gli archivi nell'Italia preromana
(Archivi prima della scrittura. L'archivio nella Val Camonica; Archivi degli Etruschi; Archivi della Magna Grecia e della Sicilia; Archivi di altre aree geografiche italiane)
Gli archivi nell'antica Roma
(Origine privata degli archivi romani; Dall'archivio privato all'archivio pubblico; Fondi e serie dell'archivio centrale romano; Altre categorie di documenti; Archivi della Chiesa in età romana)
L'archivistica del mondo romano
(L'ordinamento archivistico dei documenti: il rispetto dei fondi e una ipotesi sul principio di provenienza o metodo storico; L'archivio imperiale e gli archivi locali. Rapporti fra documentazione centrale e documentazione periferica; Duplice funzione degli archivi nel mondo romano; Archivi e archivisti. Terminologia; Libera consultabilità degli archivi per fini giuridici e per fini di studio, ricerche, scarti, ricostituzione di fondi perduti, aggiornamento di archivi)
Medioevo e Rinascimento: pubblica fede dei documenti e formazione dell'archivio
(L'archivio e la pubblica fede dei documenti secondo le grandi scuole di diritto; "Jus archivi" e sovranità; Origine e sviluppo degli archivi dei Comuni italiani; Archivi di Università e di altre istituzioni. Inesistenza di "enti non produttori di archivio"; Archivi ecclesiastici, archivi di famiglie, archivi di mercanti; Gli archivi dal Comune consolare al Comune podestarile. Una innovazione tecnologica: l'introduzione della carta)
La prassi archivistica medievale
(Cartulari, "libri iurium", serie documentarie; Duplicazione dei documenti per motivi di sicurezza e loro deposito presso enti ecclesiastici; Formazione di serie archivistiche. Conservazione e custodia; Sanzioni contro i furti e le falsificazioni)
Princìpi archivistici nel Medioevo
(Regolamenti archivistici (Regno di Napoli, 1338 e 1347). Gli "archivari" "Archivistica" e gestione dei documenti. Formazione di archivi di documenti non più necessari per l'uso corrente; Ipotesi sull'esistenza di una scuola per archivisti o per registratori (Bologna, fine del Duecento); Ordinamenti e inventari. Rispetto dei fondi (Cagliari, 1332) e principio di provenienza (Lucca, 1344-45); La libera consultabilità dei documenti degli archivi comunali e il diritto dei cittadini di averne copia; Paride del Pozzo (sec. XV) e la "rinnovatura"; Fine giuridico ed utilizzazione culturale degli archivi nel Medioevo)
La concezione degli archivi dal Medioevo all'Età moderna
(Archivi e "jus archivi". Archivi liberamente consultabili e archivi segreti; Archivi e storiografia dal Medioevo al Cinquecento. Ricostituzione dell'ordine originario (Firenze, metà del sec. XVI); Perpetua memoria e pubblica fede; Archivi ordinati e buona amministrazione; Recupero di "atti di Stato" e concessioni di recuperi a privati per uso di studio. L'intervento del "Magnifico Archivista" (Siena, 1601); L'unità dei beni culturali ante literam: un provvedimento legislativo globale per i beni archeologici, archivistici, artistici e librari (Stato pontificio, 1704))
I primi testi italiani di archivistica
(I primi manuali sugli archivi nel sec. XVII; Il "De archivis" di Baldassarre Bonifacio (1632); Il "De archivis antiquorum" di Albertino Barisone (prima metà del Seicento); Il "Methodus archiviorum" di Nicolò Giussani (1684); Il carattere sacro degli archivi. La distruzione degli archivi come damnatio memoriae; Ludovico Antonio Muratori, archivista, ma non teorico dell'archivistica)
La giurisprudenza archivistica della Sacra Rota Romana (secoli XVI-XVIII) " 123
(Motivazione della scelta della giurisprudenza della Sacra Rota Romana; L'"archivio" secondo la giurisprudenza; Archivi pubblici: a) laici; Archivi pubblici: b) ecclesiastici; Limitazioni territoriali alla pubblica fede degli archivi pubblici; Decisioni difformi; Ammissione dell'esistenza di archivi privati; Elementi e limiti della pubblica fede)
L'età dell'Illuminismo e le origini dell'ordinamento per materia
(Le riforme del secolo XVIII e la nascita delle grandi concentrazioni di documenti; Aspetti culturali nella formazione di taluni archivi nella seconda metà del secolo XVIII e nella prima metà del secolo XIX; L'ordinamento per materia ("principio di pertinenza") e le sue motivazioni; Archivistica e diplomatica. Scipione Maffei e Angelo Fumagalli; Michele Battagia; Disposizione dei documenti all'origine: per tipologia (sino al sec. XVIII) o per affari (titolario e registro di protocollo, dal sec. XIX))
L'ordinamento per materia nell'Archivio milanese
(L'ordinamento cronologico e quello per materia a Milano nella seconda metà del sec. XVIII: Gaetano Pescarenico, Bartolomeo Sambrunico, Ilario Corte; L'ordinamento per materia portato alle estreme conseguenze da Luca Peroni nell'Ottocento; I continuatori di Peroni nel sec. XIX)
L'ordinamento per materia in altri archivi italiani
(L'ordinamento per materia a Torino, a Cagliari, a Mantova, a Parma, a Lucca, a Firenze, a Siena, prima dell'Unità d'Italia; L'ordinamento per materia a Torino, a Bologna, a Napoli, a Roma, a Benevento ed in archivi comunali dopo l'Unità, ed ancora nel sec. XX; Affermazioni dottrinarie sulla validità dell'ordinamento per materia, ancora dopo l'Unità: Nicomede Bianchi (Torino), Pietro Ghinzoni e gli archivisti milanesi, Bartolomeo Cecchetti (Venezia), Gaspare Manzone e Francesco Saverio Tuccimei (Roma))
Il rispetto dei fondi e l'ordinamento secondo il "metodo storico" o "principio di provenienza" (ricostituzione dell'ordine originario): primi passi
(Reazioni all'ordinamento per materia; Il rispetto dei fondi a Lucca (1809), nella legislazione napoletana (1812 e 1818), a Roma (1839), a Palermo (1843), a Padova (1843); Affermazioni del principio di provenienza (ricostituzione dell'ordine originario dell'archivio): l'"anonimo" archivista genovese (Filippo Campi, 1765), Giovanni Battista Baretti (Mantova, 1797), il regolamento fiorentino del 1822)
La Scuola archivistica toscana: Francesco Bonaini e l'affermazione del "metodo storico" (ricostituzione dell'ordine originario)
(Francesco Bonaini (1806-1874) e la Scuola archivistica toscana; Salvatore Bongi (1825-1899) e l'"Inventario dell'Archivio di Stato in Lucca"; Limiti della Scuola archivistica toscana)
Il Congresso internazionale di Statistica (Firenze, 1867) e la Commissione Cibrario (1870). Il R. Decreto 27 maggio 1875, n. 2552: il principio di provenienza unico metodo di ordinamento
(Discussioni all'indomani dell'Unità d'Italia. I princìpi archivistici affermati al Congresso internazionale di Statistica (Firenze, 1867); Le enunciazioni teoriche della Commissione Cibrario (1870); Il mantenimento o la ricostituzione dell'ordine originario (principio di provenienza od "ordine storico") definitivamente prescritto in Italia dal R. D. 27 maggio 1875, n. 2552. La relazione ministeriale al decreto; Altre enunciazioni di teoria archivistica nel R. D. 2552 del 1875: a) gli archivi debbono rimanere dove sono nati; b) tutti i documenti debbono essere conservati dagli archivi, e non da biblioteche o musei. Ancora nel sec. XIX: le "tre età" dei documenti)
La diffusione del principio di provenienza nel sec. XIX
(Il costante mantenimento dell'ordine originario a Genova; Girolamo Azuni e gli archivisti sardi; Costantino Corvisieri a Roma; Giuseppe Silvestri a Palermo; Teodoro Toderini a Venezia; Carlo Malagola a Bologna; Amadio Ronchini a Parma; L'opposizione alle collezioni di documenti ed ai "diplomatici")
Prime affermazioni sulla natura "scientifica" dell'archivistica e sulla prevalenza di essa per la formazione degli archivisti (fine sec. XIX - inizi sec. XX)
(Archivistica e principio di nazionalità; La "dottrina archivistica" nel R. D. 27 maggio 1875, n. 2552. La prevalenza dell'archivistica nel R. D. 21 settembre 1896, n. 478. Il pensiero di Carlo Malagola (