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Quattro volumi di mm. 234x162. Pp. LI, [5], 832; XXIX, [5], 858, [2]; XLII, [2], 1175, [1]; XLV, [3], 1153, [3]. Con 496 incisioni in bianco e nero in fototipografia al primo volume, 656 al secondo, 892 al terzo, 817 al quarto. Mezza tela con punte, titolo in oro al dorso e brossure editoriali originali applicate al piatto anteriore dei volumi. Tagli rossi. Lievi abrasioni e minime mancanze marginali ai piatti, piccole mancanze lungo le cerniere, piccola mancanza al piatto posteriore del quarto volume. Ex-libris cartaceo applicato al contropiatto anteriore ("Ut palma florebit". Ex-libris Caroli Pilati"), firma di possesso al margine superiore della prima carta.
Adolfo Venturi (Modena, 1856 - Santa Margherita Ligure, 1941) storico dell'arte italiano, considerato un pioniere del metodo moderno. Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Modena e in ragioneria, nel 1878 vinse il concorso per ispettore della Galleria Estense. Nel 1888 fu incaricato dal Ministero della Pubblica Istruzione di avviare il catalogo degli oggetti d'arte dello Stato. Nel 1890 ottenne la libera docenza e in seguito fondò, sempre a Roma, il primo corso di perfezionamento in storia dell'arte, punto di riferimento per generazioni di studiosi. Fu titolare della prima cattedra italiana della disciplina all'Università di Roma, dal 1901 al 1931. Tra i suoi allievi si ricordano importanti figure come Pietro Toesca, Lionello Venturi (suo figlio), Roberto Longhi e Giulio Carlo Argan. Venturi fu anche promotore di numerose iniziative culturali, come la Commissione vinciana e, a partire dal 1926, fu membro dell'Accademia dei Lincei. Fondò e diresse per quarant'anni la rivista L'Arte.Tra le sue opere principali si ricordano Tesori inediti dell'arte a Roma (1896) e monografie dedicate a Leonardo, Piero della Francesca, Leon Battista Alberti, Correggio, oltre alle Memorie autobiografiche (1927).
La sua influenza negli studi storico-artistici si consolidò con la monumentale Storia dell'arte italiana (25 volumi, 1901-1940), in cui combinò rigore storico, finezza critica e profonda conoscenza diretta delle opere.
<p>Quattro volumi di mm. 234x162. Pp. LI, [5], 832; XXIX, [5], 858, [2]; XLII, [2], 1175, [1]; XLV, [3], 1153, [3]. Con 496 incisioni in bianco e nero in fototipografia al primo volume, 656 al secondo, 892 al terzo, 817 al quarto. Mezza tela con punte, titolo in oro al dorso e brossure editoriali originali applicate al piatto anteriore dei volumi. Tagli rossi. Lievi abrasioni e minime mancanze marginali ai piatti, piccole mancanze lungo le cerniere, piccola mancanza al piatto posteriore del quarto volume. Ex-libris cartaceo applicato al contropiatto anteriore ("<em>Ut palma florebit". Ex-libris Caroli Pilati</em>"), firma di possesso al margine superiore della prima carta.</p> <p><strong data-start="28" data-end="46">Adolfo Venturi</strong> (Modena, 1856 - Santa Margherita Ligure, 1941) storico dell'arte italiano, considerato un pioniere del metodo moderno. Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Modena e in ragioneria, nel 1878 vinse il concorso per ispettore della Galleria Estense. Nel 1888 fu incaricato dal Ministero della Pubblica Istruzione di avviare il catalogo degli oggetti d'arte dello Stato. Nel 1890 ottenne la libera docenza e in seguito fond&ograve;, sempre a Roma, il primo corso di perfezionamento in storia dell'arte, punto di riferimento per generazioni di studiosi.&nbsp;Fu titolare della prima cattedra italiana della disciplina all'Universit&agrave; di Roma, dal 1901 al 1931. Tra i suoi allievi si ricordano importanti figure come Pietro Toesca, Lionello Venturi (suo figlio), Roberto Longhi e Giulio Carlo Argan. Venturi fu anche promotore di numerose iniziative culturali, come la <em>Commissione vinciana</em> e, a partire dal 1926, fu membro dell'Accademia dei Lincei. Fond&ograve; e diresse per quarant'anni la rivista <em data-start="1259" data-end="1267">L'Arte.</em>Tra le sue opere principali si ricordano <em data-start="1312" data-end="1345">Tesori inediti
                                    
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