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De Cresenzo non è più quel grande divulgatore della Storia della Filosofia greca, veramente bella e completa, ma un superficiale intrattenitore da bar, che può anche tralasciare dati importanti per raccontare questo o quell'aneddoto. Inoltre non capisco perché debba inserire due filosofi palesemente inventati e mai esistiti (Agenore Cupio e Aimone), avendo pure la faccia tosta di dire, a proposito di uno dei due, che se l'è fatto raccontare da un amico professore di filosofia, ma non l'ha mai trovato attestato in alcuna storia della Filosofia. ROBE DA MATTI!!
chi parla male di questo libro non ha evidentemente capito la grandezza del periodo storico e la grande impresa in cui si è cimentato l'autore: questo è un vero e proprio sfoggio di capacità del saper affrontare la religione in un periodo storico (il nostro), basato sullo scetticismo e il cinismo
L'autore altera i termini cronologici del Medioevo a suo piacimento, per cui scopriamo che al termine di quest'epoca l'America non era stata ancora scoperta, il Magnifico doveva ancora nascere, Granada era ancora in mano ai "Mori". A parte questo, un libro banale e talvolta dai contenuti palesemente falsi, come la descrizione della condizione femminile. Per fortuna possediamo documenti dell'epoca (es. il Processo in Nullità di Giovanna d'Arco) che ci informano che all'inizio del 1400 (pieno Medioevo), se non altro per bisogno di braccia, le ragazze giocavano come oggi, lavoravano con gli uomini, assistevano alle feste assieme ai coetanei, e soprattutto sposavano chi volevano, anche contro il parere dei genitori (cfr. episodio di Toul). Peccato che De Crescenzo questi ed altri documenti non li citi mai, confermando senza motivo e senza documentazione la triste fama dei "secoli bui". Davvero un pessimo libro.
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