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Anno edizione: 2013
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Il libro apparentemente è un’introduzione, quindi dovrebbe aiutare ad addentrarsi nella materia. Nella premessa si accenna a qualche diatriba con i colleghi sulla scelta metodologica del libro (come se al lettore potesse interessare questa questione). Ma ci sono molti passaggi, utili forse a qualche docente che scrive un libro, ma del tutto trascurabili per un lettore ad esempio pag. 45 “Questo passo di Kant è famosissimo, e ricorre quasi come un obbligo ogni volta che si debba parlare…” I testi dei titoli delle opere e altri concetti, sono riportati nelle lingue originali, senza alcuna traduzione, ne’ tantomeno alcuna nota metodologica sul principio che si segue nel libro in merito. Lo sforzo di aiuto al lettore si presenta solamente con un sommario alla fine di ogni capitolo. E’ citata una funzione logaritmica a pag. 67 insieme a “per brevità omettiamo i passaggi matematici relativi”, come se citare una funzione, e la differenza tra la sottrazione, una funzione di potenza e a quali parti della funzione abbia contribuito ciascun autore, aiutasse a capire, in cinque righe, la legge psicofisica fondamentale. Il lettore immediatamente, poi, dovrebbe capire l’importanza storica di tale legge, senza l’uso di un viaggio interstellare. Nel seguente passaggio è spiegata la differenza tra psicologia sperimentale e strutturale: (pag. 86) “Pertanto la psicologia sperimentale, sviluppatasi nei laboratori europei e americani, ha avuto lo scopo preminente di analizzare la struttura della mente, isolando gli elementi costitutivi dell’esperienza cosciente. La psicologia strutturale cerca di definire ciò che vi è (e in quale misura) nella mente, trascurando la funzione degli elementi rilevati”. Se non è chiara la differenza, si può subito abbandonare il libro, perché non migliorerà.
Testo per studenti dell'Universita' molto utile per introdursi nella materia
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