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Nel dilettevole, suggestivo e interessante volume in questione si ritrattano secondo una prospettiva influenzata da certa storiografia francese cronachista ed evenemenziale (Bloch), le principali vicende storiche di un paese, definito più volte da intellettuali romeni del secolo scorso "isola latina in un mare di slavi": nella latinità viene, di fatti, individuata, rintracciata e rinvenuta una caratteristica autentica del "ser nacional" romeno, presente come elemento distintivo e peculiare, nelle caratteristiche del Risorgimento locale. Un elemento, quest'ultimo, che traccerà un filo conduttore, un fil rouge, in varie epoche moderne della Storia Nazionale romena, dalla partecipazione alla seconda guerra balcanica, all'esperienza interbellica, caratterizzata dal nazionalismo di Antonescu, fino a giungere allo stesso comunismo di Nicolae Ceausescu, che assurgerà la latinità a elemento fondativo e caratterizzante dello Stato socialista romeno, (tanto da fargli inventare discendenze e parentele da imperatori precedenti ad Aureliano, che, come sappiamo, abbandonerà la Dacia nel 275 d.c, sebbene le comprovate origini tatare o tartare, turcofone; testimonianza delle quali ne sarebbe appunto l'origine del cognome, Ceausoglu, mutato in Ceausescu, posteriormente ): senza voler poi annoverare la letteratura, nella quale non mancheranno, nel tempo, da Eminescu a Mircea Eliade tale importante riferimento, immortalato in uno scritto secondario del filosofo, edito in lingua portoghese, durante il periodo di permanenza a Lisbona, intitolato, appunto "Os romenos, latinos do Oriente". Nel volume si dipanano le principali tappe costruttive dell'identità nazionale romena, che ricordiamo avrà luogo, seguendo il consolidato processo di "State Building", solo a partire dal secolo XIX, originandosi nelle Province maggiormente influenzate dalla cultura germanica e dall'influsso politico dell'impero Austro-ungarico, mitteleuropeo.
La Romania è una nazione che, prima della recente entrata nell’Unione Europea, ha fatto parte dell’Europa dal punto di vista culturale, religioso e la stessa lingua romena è un idioma di origine romano-latina. La Storia contemporanea della Romania di Antonello Biagini è un ottimo punto di partenza per conoscere un Paese che esercita un certo fascino anche sui popoli mediterranei, basti pensare alle leggende sul Conte Dracula che si svolgono in Transilvania. Dal punto di vista etnico la Romania è costituita oltre che da autoctoni, da importanti minoranze ungheresi, tedesche, ebraiche, rom e tartare; la religione professata dalla maggioranza dei credenti è la cristiano ortodossa. Durante il XIX secolo si ha l’affermarsi di un sentimento nazionale, che determina una presa di coscienza dell’élite e del popolo. Sempre durante la fine dell’Ottocento si ha lo sviluppo degli ideali socialisti soprattutto tra la borghesia intellettuale cittadina, mentre le idee rivoluzionarie trovano più difficoltà nella diffusione nelle campagne. Alla fine della Prima guerra mondiale, che vedono il governo sostenere la causa degli Imperi centrali, negli anni venti nascono i veri partiti politici, dove accanto agli storici partiti nazional-liberale e nazional-contadino, prende consistenza la Legione dell’Arcangelo Michele guidata da Codreanu, una formazione modellata su aspetti del fascismo e del nazismo, ma con un’originale contributo mistico. Codreanu ottiene la simpatia dei contadini per il suo programma anticapitalistico, antimarxista e antisemita; si costituisce uno Stato legionario che appoggerà l’Asse fino alla sconfitta. La Romania del secondo dopoguerra è sotto l’egemonia sovietica, con la collettivizzazione forzata delle campagne, delle fabbriche e l’esproprio della proprietà privata: emblematico del periodo comunista è la dittatura di Ceausescu che attraverso sciagurate politiche economiche e sociali determinò le sollevazioni popolari che lo portarono alla morte nel dicembre 1989.
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