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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2017
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Premetto che io ho letto la quarta edizione del libro, datata 1991, e non la quinta del 2005 che potrebbe essere diversa, anche se il fatto che sia stato usato lo stesso ISBN mi fa pensare al più all'aggiunta di un'appendice. Nonostante il tema mi interessasse, ho fatto molta fatica a terminare il libro. La prima edizione del libro è del 1963, immagino un ampliamento della tesi di laurea del De Mauro, e lo si sente. La prosa è infatti pesante, e troppo accademica, dando per scontate una serie di nozioni linguistiche che non sono proprio da tutti, a parte i vezzi come usare l'abbreviazione "scil." che non è nemmeno presente nel <i>Dizionario De Mauro</i> (per i curiosoni, sta per <i>scilicet</i>, "vale a dire", "cioè"). È un peccato, perché le idee presentate sono interessanti e spesso opposte a quello che si pensa: ad esempio, già nei primi anni '60 ci si lamentava per la barbarizzazione dell'italiano (a opera del francese soprattutto, che al tempo era conosciuto quasi dal triplo di persone rispetto all'inglese), e le interazioni tra italiano e dialetti sono molto maggiori di quelle tra italiano e fiorentino dell'Ottocento, nonostante gli sforzi del Manzoni in proposito. Un'ultima nota storica. Nel 1963 la linguistica computazionale era in fasce; per avere un'idea delle modifiche nello stile e nell'uso, non si poteva dare in pasto a un elaboratore tutto il testo di un libro; allora si pigliavano le prime frasi a pagina 1, 11, 21, 31... sperando fossero sufficientemente rappresentative. Non so voi, ma io ho avuto un moto di simpatia al pensiero della fatica necessaria!
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