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Anno edizione: 2009
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Alcuni dei capitoli sono divertenti, originali e intelligenti. Altri (ad esempio quello su Dante) sono eccessivi. I primi capitoli (tra l'altro i migliori) sono a dir poco blasfemi. Se li legge un qualsiasi Giovanardi, fa ritirare dal mercato anche tutti i film di Fantozzi. Solo Villaggio poteva scriverli e passare "impunito" in Vaticalia. E' tutt'altro che un capolavoro, ma contiene alcuni aspetti originali. Poteva esser meglio, se meno eccessivo. Però la Madonnna che chiama Giuseppe "Pino" l'ho trovato divertente!
Per dirla usando la comicità di Villaggio: Una boiata pazzesca! Si utilizza uno pesudo umorismo che potrebbe, forse, divertire dei giovani fanciulli. Molto somigliante ad una sceneggiatura di un film su Fantozzi. In questo caso, il libro sembra pubblicato per dovere più che per raccontare. Due giorni di lettura che si posso spendere senz'altro in maniera più proficua.
no , questa volta l'autore è stato troppo precipitoso e troppo forzato. salvo solo il capitolo di maria curie ,Ho letto altre cose di Villaggio molto simpatiche e fatte bene , ma qui l'umorismo è lontano dal mio solito Villaggio. bocciato.
Recensioni
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La prende alla lontana, Paolo Villaggio, questa controstoria tutta al femminile delle donne che hanno fatto grandi imprese e che hanno reso grandi i loro compagni di vita. Con la consueta, lucida ironia, e il suo sarcasmo tagliente, il comico genovese inizia col ritrarre Eva, le sue passeggiate nel giardino dell'Eden in compagnia di un Adamo un po' sorpreso, un po' turbato, da quella insolita, gentile presenza. Dopo una fantozziana cacciata dei due amanti dal Paradiso terrestre, Villaggio nel secondo quadretto ci porta in Egitto, 1200 anni prima di Cristo. Nel regno dei faraoni lavoravano gli schiavi ebrei sottomessi e strappati alla Galilea. Miriam, mamma di Mosè, costretta ad abbandonarlo nelle acque del Nilo e poi nutrice, madre in seconda alla corte della principessa Nefti, vede crescere il figlio adolescente, e il suo maggior cruccio è che non "si faccia troppe canne". Le raffigurazioni sono condite di battute e paragoni con i nostri tempi, il racconto umoristico prosegue con Maria, a Nazareth, intenta a crescere suo figlio e a difenderne la sensibilità e la creatività rispetto ai coetanei che fanno i falegnami. è una madre dolce e protettiva, proprio come quella di san Francesco, Juliette, che viene ritratta in Assisi mentre è decisa a trasformare il figlio, che tutti ritenevano uno squilibrato, nel "più italiano dei santi e nel più santo degli italiani".
La tesi sostenuta da Paolo Villaggio in questo suo ultimo libro è quindi che "molti grandi uomini erano dei mediocri, solo che avevano dietro delle donne straordinarie". Per avvalorare questa conclusione l'autore ha riunito questa serie di racconti che mostra ciò che la Storia, troppo spesso "maschilista", tiene nascosto. Così, secondo l'autore, anche personaggi come Dante, Beethoven, Proust, Hitler, Mussolini, tramandati a noialtri come "grandi", erano tutti dei deboli di scarso intelletto, però sempre aiutati e spinti dalle donne che avevano accanto: la mamma, la zia, l'amante.
Paolo Villaggio, a settantasette anni, dopo aver interpretato al cinema la serie di personaggi che gli dettero fama (Fantozzi, Fracchia, il professor Kranz) per vestire i panni del narratore di nostalgie e di amici scomparsi, ci regala un nuovo libro di intelligenza acuminata e scrittura eccessiva, grottesca.
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