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Ottimo album,il terzo dei Goldfrapp,a mio parere un po' piu' affrettato.Convincente la prima parte,trascinante soprattutto in Lovely to c u che rappresenta lo stile classico 'Goldfrapp'. Non e' comunque ai livelli dei primi 2 album,nonostante si avvicini vagamente a 'Black Cherry'.
"Supernature" è sicuramente un lavoro molto convinciente dei Goldfrapp, soprattutto per quelli che come me avevano amato il capolavoro d'esordio "Felt mountain" (ma la special edition comunque elettronica nel secondo disco). Qui il suono ricorda l'elettronica dei primi anni ottanta, ma rispetto al precedente "Black cherry" è decisamente più morbido, la voce di Alison è sempre sensuale e sinuosa quasi felina (ma non da gatta morta!). Con un mix geniale ad opera di Mark "Spike" Stent (già collaboratore di Madonna da oltre 10 anni) che fa del suo meglio nel brano "You never know", l'album trova dei picchi notevoli in "Let it take you" "Fly me away" "Ride a white horse" e nei già celebri singoli "Ooh la la" e "Number 1", ma il capolavoro arriva con "Time out from the world" che con un arragiamento emozionante di archi fa da file rouge con l'abum d'esordio (speriamo sia il prossimo singolo).
I debutti molto brillanti(Felt Mountain) sono talvolta più drammatici presupposti che sfavillanti medaglie. E' necessario dimenticare quel felice esordio per dare una valutazione più imparziale del CD in questione. Ci si rende così conto di trovarsi davanti ad un lavoro di livello qualitativo comunque notevole se rapportato agli standard che caratterizzano l'odierno panorama pop. Però della folgorazione trip-hop ormai non c'è più traccia, dei testi visionari non c'è ombra, delle coraggiose aperture orchestrali neanche a parlarne, della intensità intimista poi, lasciamo perdere! Diciamo stesso marchio ma altra filosofia... qui si cita consapevolmente...il tecno-cabaret di Marc Almond, i robo-atteggiamenti di Gary Numan, gli elettro-bamboleggiamenti di Kylie, il ghigno ossigenato dei Blondie, la disco-demenza anni 70 ed il synth-(lolly)pop anni 80. Il tutto confezionato con abilità, credibilità e coerenza, tralasciando certe forzature e spigolosità che avevano caratterizzato il precedente Black Cherry. La prestazione vocale di Alison è comunque sempre al massimo della qualità ed un esempio di grande versatilità, che circoscritta a questo album, risulta talvolta dolorosamente sprecata. Oggi capisco di non essere un fan dei Goldfrapp bensì un adoratore di Felt Mountain; però... questo Supernature è da un mese incastrato nel mio lettore CD e non ho intenzione di rimuoverlo!
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