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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
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Scrittura potente. La potenza di un amore che arriva dritto, un colpo preso di petto, perpendicolare al tuo cuore in grado non tanto di scalfirlo quanto di frantumarlo. Parole che ti penetrano, evocano sensazioni che non ti abbandonano, intricano il tuo essere, si dissolvono in di te. Un libro che ti infesta, si impadronisce di te e non ti lascia più. È uno sbattere di palpebra continuo, di lucidarsi gli occhi, riflesso di quell’anima che solo lei fin’ora è riuscita a toccare.
Isabella Santacroce è talmente odiata dal grande pubblico che c’è chi ne stronca questo libro senza neppure averlo letto. Questa cosa, oltre ad essere profondamente ingiusta e ad andare contro al primo comandamento di ogni recensore, è anche il sintomo del modo sbagliato con cui ci si approccia a questa autrice. Si ha la tendenza ad associare sempre l’immagine pubblica della Santacroce ai suoi libri. Li si legge col pregiudizio di fondo di avere tra le mani l’opera di una mitomane, eccentrica, stravagante, strana scrittrice che per promuovere ogni sua opera è disposta a ricorrere a questi mezzi fuori dalle righe. Ma non è così. Lei sa perfettamente di non piacere a tutti ma, semplicemente, non le interessa. E la spiegazione è una sola: Isabella Santacroce è così. Non è un personaggio costruito a tavolino per compiacere il marketing ne tantomeno una pazza squilibrata che ami comparire in video bardata con maschere di cuoio soltanto per il gusto di farlo. E’ unica, è originale, è diversa da tutti gli altri e questa cosa, in una società massificante e omologante come la nostra, fa paura a molti. Siamo contemporanei ad un modo di pensare che porta a idolatrare delle nullità e ad annichilire chi ha qualcosa da dire. E’ la stessa contrapposizione che descrisse Hugo in “Notre dame de Paris” tra il campanaro Quasimodo e il capitano Phoebus. “Supernova” è il primo tomo di una prevista trilogia che però a distanza di qualche anno, non ha ancora visto nessun seguito. La scrittura è quella tanto cara alla Santacroce, frasi brevi e taglienti come rasoi. Ogni parola è pesata e pesante, nulla è messo li per caso. Ogni suo libro è come entrare in una dimensione diversa, sfasata dalla realtà di pochi gradi. Una distorsione che, per una fan come me, è puro piacere ma che per altri potrebbe risultare disturbante. La zingara Esmeralda non lo sapeva ma c’era molto più cuore in quel corpo deforme da reietto che in cento divise lucide e splendenti, belle fuori, vuote dentro.
Almeno la grammatica....e che cavolo oggi tutto va bene ma se si pubblica un attimo di attenzione a come si scrive!
Recensioni
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