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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2022
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Straordinaria opera di Carlo Cassola, dove l'analisi della sofferenza e della psiche di un vedovo raggiungono profondità abissali. Cassola, delineando il personaggio protagonista, Guglielmo, sapeva di cosa parlava: aveva subito da poco la scomparsa di sua moglie Rosa, e in qualche modo ha riversato il dolore in questo romanzo. Meraviglioso e assolutamente da leggere, a mio avviso il miglior lavoro di Carlo Cassola.
Allo stesso titolo non corrisponde la stessa raccolta di racconti; da quello che ho capito ne esistono varie versioni. Dall'edizione, dall'anno, dall'estro dell'editor Calvino, dagli umori dell'autore Cassola e dalle scintille dei loro attriti dipende un'amalgama o l'altra. Quella che ho letto io conta altri otto racconti oltre a quello che dà il titolo alla raccolta. Sentori di Fenoglio, (forse anche di Pavese?) e di un Bianciardi non metropolitano; è quel linguaggio rustico e famigliare che avvicina; gesti semplici, lenti, quotidiani; volti duri, uomini e donne ombrosi e ripiegati nei loro pensieri a volte sospesi, a volte abissali, come dagli abissi della mia memoria è riemerso il profumo della resina e del legno fra i capelli e le barbe dei 'miei' boscaioli. Anche se non c'è più, sono contenta di essere vissuta pure in quel mondo lì. Ormai dalle letture traggo più sollecitazioni fisiche, sensoriali piuttosto che intellettuali; qui sento anche l'odore della crosta scura del pane, del fondo del vino rosso nel bicchiere incrostato, e della torba.
In questo racconto, Carlo Cassola descrive vite semplici di montanari ai quali conferisce un preciso carattere e una ben delineata psicologia. Lettura veloce ma di notevole profondità, Il taglio del bosco suggerisce, più che descrivere, la solitudine umana di fronte al dolore, che non può essere raccontato, ma soltanto intuito e per il quale sembra non esserci consolazione.
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