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Questo testo appassionante sugli spettacoli inscenati da O Thiasos TeatroNatura (corredato da un ampio apparato fotografico e incentrato su una conversazione informale tra Sista Bramini, fondatrice e regista del gruppo, e il fotografo Francesco Galli) assume tuttavia un carattere problematico. Mentre la regista riflette sui modi e sul senso del suo fare teatro in vasti spazi naturali, il fotografo chiarisce le difficoltà insite nel fissare istanti significativi di questi suoi spettacoli che, ancor più di quelli al chiuso, sono dinamici e imprevedibili. Ne scaturisce una riflessione profonda su due modi diversi di fare arte e sull'apporto che l'uno può offrire all'altro. Il lettore ha la sensazione di partecipare a una chiacchierata tra amici, anche se le tematiche affrontate sono complesse e fitte di interrogativi che non pretendono risposte definitive. Il testo ha inoltre il merito di testimoniare le varie fasi di un progetto di ricerca teatrale unico nel suo genere in Italia. L'attività teatrale di O Thiasos è infatti rimasta privilegio dei pochi spettatori che si sono avventurati nel fitto di boschi o lungo sentieri accidentati. La natura è l'elemento fondante di questa drammaturgia, che ripercorre il mito per esplorare le sorgenti dell'essere e si propone di sollecitare la capacità di percepirsi parte di un'unità. Le attrici, oltre a interpretare i grandi personaggi della tragedia greca (Storia di Ifigenia in Tauride da Euripide, 1996), degli Inni omerici (Demetra e Persefone, 2000) e delle Metamorfosi di Ovidio (Metamorfosi, 2003 e Miti d'acqua, dal 2003 a oggi), guidano gli spettatori itineranti lungo il percorso della rappresentazione, invitandoli a una totale immersione percettiva nello spazio che attraversano. Distante dalla retorica ecologista, il teatro-natura si riappropria culturalmente dell'ambiente trasformandolo in metafora della vita. Tutti sono chiamati a dare nuovi significati a se stessi e a uno spazio che, sebbene scelto e quindi "lavorato" dalla regista, rimane non opera umana e pertanto fonte di continuo stupore. L'evento teatrale diviene così un rito di sapore arcaico che trova senso in una reale condivisione.
Susanna Battisti
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