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Anno edizione: 1990
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«In ogni donna c’è un diavolo che bisogna ammazzare o con il lavoro o con i parti o con tutte e due le cose» insegna un vecchio detto serbo. Ma Anika è un diavolo potentissimo che non si lascia domare e porta la rovina intorno a sé esercitando una sorta di magia erotica. Questo racconto, dove Andric ha dispiegato tutta la sua potenza di narratore, è la cronaca degli eventi tenebrosi che si svolsero ai «tempi di Anika». «Da quando era stata fondata quella città, da quando la gente nasceva e si sposava, non c’era mai stato un corpo simile, mai una simile andatura e un simile sguardo. Tutto ciò non era nato e non s’era sviluppato in rapporto con quanto lo circondava. Era capitato lì da chissà dove». Questo pensò Alibeg, governatore di uno sperduto paese della Serbia dove si era insediata la magia di Anika, colei che meditava «male e sventura come altri pensano alla casa, ai figli e al pane». Assistita da due cortigiane, nella sua casa discosta dal paese, Anika riceveva gli uomini, tutti gli uomini, e li incantava. Quel suo corpo mirabile era diventato un magnete che attirava a sé i sogni, gli odi e i desideri di un intero paese.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
«In ogni donna c'è un diavolo che bisogna ammazzare o con il lavoro o con i parti o con tutte e due le cose.» Ma Anika è il diavolo in persona, e c'è proprio poco che chiunque possa fare per difendersi. Seduttrice seriale, cattivissima e (neanche a dirlo) bellissima, incarna quel cliché di dominatrix su cui gli uomini adorano fantasticare e di cui agli scrittori piace narrare (dopo averci fantasticato). Potrebbe essere tutto molto banale, ma non scritto da Andrić.
Mi sono appassionata alla vicenda di Anika e di quel lontano villaggio bosniaco. Dalla lettura di questo romanzo è emersa un romanzo perfettamente bilanciato tra la forma ed il contenuto. Con immagini indimenticabili e parole forti. Donerò questo testo a mio cognato. Apprezzerà.
In un lontano villaggio bosniaco, la quotidianità delle persone viene messa improvvisamente sottosopra da un evento irrazionale ed inaspettato. La follia del pope, che spara senza un apparente motivo ai suoi compaesani, fa ripiombare la popolazione in un tempo molto lontano, quasi mistico: “i tempi di Anika”. Molti anni prima, infatti, il villaggio era stato funestato dalla presenza di Anika, giovane fanciulla che -dall’essere una creatura innocente e priva di colore- si tramuta in un magnete capace di attirare su di sé le attenzioni degli uomini di tutte le età ed estrazione sociale. Anika: una donna misteriosa, fuori dagli schemi, amata e odiata allo stesso tempo. In poche pagine Andrić riesce a mettere in luce, in maniera magistrale, le irrazionalità dell’animo umano, la violenza e le sue pulsioni.
Recensioni
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«In ogni donna c'è un diavolo che bisogna ammazzare o con il lavoro o con i parti o con tutte e due le cose» insegna un vecchio detto serbo. Ma Anika è un diavolo potentissimo che non si lascia domare e porta la rovina intorno a sé esercitando una sorta di magia erotica. Questo racconto, dove Andric ha dispiegato tutta la sua potenza di narratore, è la cronaca degli eventi tenebrosi che si svolsero ai «tempi di Anika». «Da quando era stata fondata quella città, da quando la gente nasceva e si sposava, non c'era mai stato un corpo simile, mai una simile andatura e un simile sguardo. Tutto ciò non era nato e non s'era sviluppato in rapporto con quanto lo circondava. Era capitato lì da chissà dove». Questo pensò Alibeg, governatore di uno sperduto paese della Serbia dove si era insediata la magia di Anika, colei che meditava «male e sventura come altri pensano alla casa, ai figli e al pane». Assistita da due cortigiane, nella sua casa discosta dal paese, Anika riceveva gli uomini, tutti gli uomini, e li incantava. Quel suo corpo mirabile era diventato un magnete che attirava a sé i sogni, gli odi e i desideri di un intero paese.
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