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Anno edizione: 2019
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In lingua originale Hard Times, titolo di sicuro non scelto a caso dall'Autore che è a ben dire considerato da tutti un autentico Maestro, non solo del genere, ma della letteratura Omnia. Un libro denso, amaro, comico e tragico che non può assolutamente mancare in ogni libreria che si rispetti. Da leggere e rilegge, per coglierne ogni incredibile particolare.
Questo romanzo ci mostra che la "difficoltà dei tempi" è dovuta sia a fenomeni sociali - come la piaga dell'utilitarismo -, ma anche a pericoli morali, come un mondo privo di immaginazione. Ed è proprio questa la triste piega che sta prendendo la realtà. Mi ha fatto riflettere.
Continua la mia immersione nel grandissimo Dickens, ma questo è a mio parere un romanzo fra i suoi meno riusciti. Certo, la preveggenza con cui pone in luce tutti i mali che scaturiscono da una (allora agli albori) società industriale e che vanno a riflettersi su un’educazione sbagliata, su una totale perdita di senso morale ed etico dell’intera società basata esclusivamente sul profitto, che idolatrizza il denaro e la sua produzione, il progresso solo i quanto finalizzato a questo scopo sostituendolo a qualsiasi altro dio, è sorprendente, lucida e attualissima ancora oggi in questa tristissima epoca di tardo capitalismo. Ma alla fine si rivela proprio il punto debole di questo libro. Dickens è più a suo agio quando ambienta le sue storie a Londra, nel fulcro di quella società vittoriana che conosce meglio, in quell’aria in cui è cresciuto e che respira quotidianamente e che per questo riesce a renderci più viva e vera mostrandoci le sue ipocrisie e inventando personaggi più vitali di questi, anche (e soprattutto) quando ridotti a semplici macchiette. Anche le dimensioni inabituali per lui di questo romanzo di ‘sole’ trecento pagine scarse non lo aiutano a sviluppare appieno un racconto corale, che ruota intorno a diversi protagonisti nessuno dei quali riesce alla fine ad emergere come personaggio indimenticabile.
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