Matthew Hegarty (ossia Matthew And The Atlas) è un cantautore-polistrumentistabritannico ed è anche stato il primo artista ad aver firmato per l’etichetta Communion. Dopo le atmosfere sognanti in pura struttura “Americana” dei suoi primi EP “To The North” e “Kingdom of Your Own” con cui ha conquistato un vasto pubblico, Hegarty ha pubblicato l’album di debutto “Other Rivers” nell’aprile del 2014 arrivando ad essere definito dal mensile Q come “il Bon Iver britannico”. “Temple”, il nuovo album di Hegarty, è un disco magnifico a cui è impossibile non abbandonarsi che unisce l’emozione autentica di un Sufjan Stevens ad una profonda malinconia, diverso dal punto di vista musicale da “Other Rivers” dove Hegarty si era spinto oltre i confini del folk classico con l’utilizzo di synth ed elettronica: in “Temple” si ritorna alle sue radici, “Il primo album è andato lontano, questa volta siamo tornatiindietro di qualche passo“ ha affermato Matthew. Mentre “Other Rivers” è stato scritto occasionalmente nel corso di sei anni, per le canzoni che compongono “Temple” ci sono voluti appena tre mesi. Hegarty ha composto un gran numero di canzoni per poi completarle a Nashville insieme al membro della sua band Tommy Heap (basso, tastiere) ed a Brian Holl ed Eric Hillman, (il duo folk elettronico Foreign Fields). Lì i quattro musicisti insieme ad altri session men locali hanno inciso uno degli album più sorprendenti della prima metà del 2016.
La copertina di “Temple” è un quadro (“Site of Special Interest”) dell’artista britannico Ben Risk, che ha anche avuto l’incarico di creare nuove opere per le copertine dei singoli che saranno estratti dall’album. Hegarty ha attribuito una grande importanza all’arte figurativa dell’album che è diventata anche parte della genesi di una serie di foto di luoghi abbandonati, infatti Matthew ha collaborato con l’amico fotografo Dave Watts percreare un progetto fotografico legato all’album con scatti realizzati in varie zone della Cornovaglia e del Somerset.
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