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Anno edizione: 2016
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Uno choc culturale, quasi una vertigine, è al principio di questo insolito libro. Un uomo rovista nelle storie anonime del nostro passato recente e davanti al suo sguardo si spalanca una folla di vite epiche, tragiche, strambe, romantiche: l'incubatore di quel che siamo diventati.
Un diario intimo e collettivo, originalissimo, che compone la partitura di un Paese innocente nella sua ferocia.
«L'ossimoro del titolo dà la temperatura di un modo di vivere oggi ma anche di una prosa che alterna periodare breve, finezze descrittive, esplosioni metaforiche e sigla un libro eccentrico, bello, in cui tuffarsi senza scafandro.» – Alessandro Beretta, La Lettura
«L'intuizione su cui si fonda "Teneri violenti", il romanzo di Ivan Carozzi, è che ciò da cui il nostro presente proviene è uno sciame di situazioni naturalmente ossimoriche, un sistema puntiforme che sembra rifiutare ogni sintassi.» – Giorgio Vasta, Il Venerdì di Repubblica
«Per me Twitter è Il giardino dei Fonzie continui (…) un luogo, facciamo pure un giardino, con i cespugli potati, modellati con le cesoie, gli alberi di limone piantati nei vasi, le fontanelle, le statue, i busti dei filosofi, ma dovunque ti giri c'è un Fonzie col pollice alzato, che cerca di colpire la tua attenzione. È come se chiunque fosse circondato, continuamente, da centinaia di Fonzie, che gli fanno "Hey" col pollice alzato. Ogni Fonzie cerca di catturare la tua attenzione, di bloccarla su un punto della timeline, di convincerti che è lui il più Fonzie di tutti. Questo è Twitter. Almeno per me. Il giardino dei Fonzie continui.»
Facebook, Twitter, like, views e tante condivisioni. Questo, in poche righe, il ritratto di una nuova Italia. Un’Italia 2.0: molto tecnologica, very social e con anni di tristezza e crisi alle spalle. Come una persona che ha subìto incidenti gravissimi e che sta invecchiando male e non si arrende alla realtà, questa nuova Italia cerca di nascondere il tutto sotto uno spesso strato di cerone che la fa apparire troppo finta. Troppo primadonna per essere vera. È il quadro che viene fuori dalla ricerca del protagonista di Teneri violenti di Ivan Carozzi. Dove il trentenne Piero viene assunto per andare a caccia di notizie degli anni Settanta e Ottanta nelle cronache milanesi, in vista di un nuovo format-nostalgia da lanciare in televisione. Niente storie tragiche o tristi, solo cose leggere e divertenti. Questo il diktat che gli viene imposto dal suo caporedattore. Mai intristire il pubblico, altrimenti cambia canale. Accettato l’incarico, Piero si tuffa negli archivi storici dei giornali come un "palombaro" si tuffa nel profondo dei mari. E allora via, da notizie di interesse nazionale come il passaggio di Mike Bongiorno dalla Rai a Mediaset, fino a storie di insoliti ignoti, tutte dipanatesi nei borghi milanesi di un periodo storico che, nonostante tutto, chiama una lacrimuccia all’angolo degli occhi degli italiani. Ma anche storie di solitudini e di misteriose scomparse, di omicidi/suicidi per amore e di una grottesca quotidianità da fare invidia al miglior realismo magico. Così fra un pranzo consumato davanti al pc e un caffè per tenersi sveglio, Piero scopre un'Italia complessa e sconosciuta, come una lingua che non si riesce mai a padroneggiare veramente pur studiandola da anni.
«Non appena lo sguardo incrociava la lucentezza irreale del salotto, e quelle facce italiane dalla pelle arrostita e stirata dei semiquadri dell’Hd, il desiderio di alzarmi, di pulirmi la bocca col tovagliolo e tornare a tuffarmi a pesce nell’archivio, si faceva non solo più forte, ma somigliava a un bisogno urgente di calorie e di tepore animale. Uno slancio amoroso per un Paese scomparso».
Teneri violenti è il libro giusto per chi vuole guardare agli Anni di Piombo da una diversa angolazione, attraverso un cristallo sfaccettato e multicolore, senza mai accontentarsi della patina luccicante dei rotocalchi o del grigio piombo dei proiettili e delle pistole.
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