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Anno edizione: 2019
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Julius Evola è stato un personaggio di prima grandezza nel panorama culturale del Novecento, noto più che altro per le sue opere filosofiche, esoteriche e di metapolitica. Non era molto conosciuto per la sua opera artistica nell’ambito dell’avanguardia poetica e pittorica che lo portò ad essere il più importante esponente del dadaismo, movimento che ebbe a fondatore il romeno Tristan Tzara. In questo volume pubblicato di recente vengono raccolti gli scritti teorici, i manifesti, i poemi - risalenti al periodo compreso tra il 1916 e il ‘21 - e una selezionata riproduzione di dipinti dell’epoca. Come è noto le principali correnti artistiche d’avanguardia sorte nei primi anni del XX secolo furono il futurismo, cui Evola aderì per un breve periodo, e il dadaismo nel quale il Barone romano trovò una via di espressione interiore che più gli confaceva, in quanto giudicava il movimento di Marinetti come esteriore ed eccessivamente dinamico, con l’esaltazione della velocità e del movimento. Il libro riproduce i principali scritti teorici tra cui Arte astratta, in cui Evola espone il significato che ha per lui il dadaismo, cioè la negazione dell’Io e l’affermazione di una volontà trascendentale che superi la condizione umana; viene anche offerto ai lettori il poema a 4 voci Le parol obscure du paysage interieur, in cui l’artista da forma letteraria ad un processo di flusso di coscienza irrazionale in cui possono trovarsi alcuni echi della psicanalisi molto in voga nei circoli intellettuali di allora. Vengono pubblicate anche le lettere che il giovane Evola scrisse a Tzara, e in una di queste, verso la fine dell’epistolario, l’autore di Cavalcare la tigre annuncia il proprio suicidio da intendersi in senso metafisico, in quanto afferma di aver esaurito la propria vena artistica e che lo indurrà ad aprirsi in solitudine una nuova strada verso la filosofia. Un libro da leggersi questo non soltanto per gli specialisti dell’opera evoliana, ma a chi vuol conoscerne nuovi aspetti.
GRAN LIBRO..!
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