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Sono capitato su questo libro assolutamente per caso e mi viene subito da correggere il contenuto della descrizione, infatti padre e figlia non si ritrovano ad Orta, ma tant'é... Sintassi ardita e continuo gioco di flashback costringono il lettore ad una continua attenzione. Per il resto: gioco piuttosto evidente tra la spossatezza e la pace/rinascita (con tutta una serie di contrasti tra Zurigo ed Orta) per lei; brillante caratterizzazione di lui (man mano che si scopre "vittima", cambia la visione che la figlia ha del padre). Nulla di eccezionale, non è un capolavoro ma si lascia leggere...
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'atmosfera rarefatta che domina la serie breve ma emotivamente intensa di incontri tra Kaspar Steinbach e sua figlia Julia - tra i quali per anni non vi sono stati che contatti sporadici - è determinata soprattuto dalla sensazione di spossatezza che si è impadronita di entrambi. Appena laureata la giovane sente l'esigenza di un isolamento incomprensibile al suo affettivamente distratto fidanzato, ma che trova perfetta rispondenza nel senso di "trasognata assenza" da cui è colto il padre. Quella stanchezza è per lui soprattutto lucidità, uno "stato di grazia" in virtù del quale egli improvvisamente ricorda con vivida precisione il proprio passato. Occasione meravigliosa per la figlia che di quel passato ha avuto solo laconiche notizie dai nonni materni. Attraverso i flashback paterni si fa lentamente luce sulle vaste zone d'ombra che aleggiano sull'infanzia di Julia: dalla forzata assenza di Kaspar, alla morte della madre, alla storia del suo concepimento. È il trionfo della lentezza e della divagazione sulla fretta che impone di "infilare già i fagioli con la forchetta" mentre ancora si mastica la carne. Eloisa Sanino
scheda di Sanino, E. L'Indice del 1999, n. 09
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