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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2000
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Tonio Kröger è un ragazzo borghese di gran sensibilità e dall'incipiente temperamento artistico, figlio del console e grossista di grano Kröger e di una formosa donna del Sud America. Dalla madre ha ereditato gli occhi scuri e il volto dalle fattezze squadrate. Vive in una antica e grande casa dei suoi antenati, la più signorile della città di Lubecca. A 14 anni si lega con profondo affetto all’amico Hans Hansen e a 16 s’innamora di Hingeborg Holm, non contraccambiato. C’è una tragedia ora: la famiglia si disgrega, la casa è venduta, la nonna e il padre muoiono e la madre si risposa e si sposta a vivere nel sud. A 30 anni Tonio si trova a Monaco e stringe amicizia con la pittrice Lisaweta Iwanowna (qui v’è una lunga digressione sugli artisti e la loro vita) che lo bolla come “borghese smarrito”. Da qui va in battello a Kronborg, in Danimarca, a visitare l’antica (di 300 anni) casa dei genitori: nemo profeta in patria, la sua dimora è ora una biblioteca comunale; nessuno lo riconosce, anzi è fermato dalla polizia che lo ritiene un comune delinquente! Recatosi al mare, passa le giornate in spiaggia e qui, in una serata di gala con balli, incontra di nuovo Hingeborg Holm, ora fidanzata con l’amico di gioventù Hans Hansen. Non è una serata felice: una coppia cade rovinosamente a terra e Tonio si chiude, triste e sconsolato, in camera. Il romanzo termina con un Tonio, quasi in depressione, che scrive una lettera all’amica Lisaweta. Thomas Mann è stato insignito del premio Nobel per la letteratura, ma penso però non proprio per questo breve romanzo, per lunghi tratti tedioso e noioso. Ben altri romanzi di notevole spessore hanno creato la sua fama: e.g., I Buddenbrook, Decadenza di una Famiglia, oppure Morte a Venezia, Doctor Faustus, La Montagna Incantata. Qui la narrazione è zoppicante e la trama non esaltante.
Soltanto dalla prospettiva del rimpianto per la "persa" integrità borghese, l'artista può diventare davvero grande perché consapevole della sua inguaribile malattia. A pagina 155 di questa edizione mi pare di capire sostanzialmente questo: Mann sembra indicare una differenza essenziale tra l'artista bohémien (di ottocentesca origine francese), che non rimpiange nulla della sua eventuale origine borghese, e l'altro tipo di letterato (egli stesso) che di quella origine porta impresso il marchio indelebile ma sottopelle(la figura del padre). Siamo quindi di fronte ad un tipo di decadentismo speciale: non semplicemente quello che contrappone dandy e borghese ma quello più doloroso che oppone il borghese a se stesso. Chissà se siete d'accordo.
Scrivo solo per associarmi ad AnnA. Tonio Kroger puo' essere uno di quei libri che contribuiscono alla formazione di un individuo naturalmente insieme a mille altri fattori.
Recensioni
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