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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2008
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Non è il solito libro sui Templari di cui si è scritto molto e con molta fantasia. In questo romanzo i Templari sono già stati condannati, il gran maestro De Molay è stato già condannato a morte sul rogo. I Templari sono allo sbando ma i pochi rimasti grazie alle loro conoscenze cercano di ripristinare l'Ordine cavalleresco. Il romanzo si sviluppa in una epoca buia, di cui si conoscono solo le gesta dell'Ordine cavalleresco in Terra Santa, ed è interessante leggere come gli ultimi Templari ricattano la Chiesa, divenuti ormai miscredenti consci che le loro gesta non erano state dettate dalla fede ma dal potere e dai danari che hanno arricchito al tal punto l'Ordine da renderli odiosi agli occhi della gente e a desiderarne le loro ricchezze. Romanzo che talvolta non scorre fluido, trama non avvincente come un romanzo di avventura, interessante da un punto di vista storico.
L’ultimo romanzo scritto da Franco Cuomo e che ha ulteriormente consacrato le notevoli capacità descrittive e di rappresentazione documentale storica possedute da questo valentissimo autore; un letterato che riusciva ad essere allo stesso tempo giornalista, traduttore, saggista ed autore teatrale. La narrazione contenuta nel libro s’intreccia con la vita di alcuni dei grandi protagonisti dell’epoca, siamo poco oltre il 1300, riconducendone ognuna alla trama della storia grazie ad un abilissimo intreccio di avvenimenti, tanto reali quanto di fantasia; partendo da un pur impavido cavaliere templare che, colto da un profondo senso di delusione e smarrimento, tradisce il suo glorioso Ordine. Dietro a questo tradimento, Cuomo sembra nascostamente lasciar intendere di ritenere ricostruibile, proprio dalle macerie templari, la fondazione d’una nuova associazione cavalleresca più o meno rassomigliante a quella dei Gerosolimitani (poi divenuti Croce di Malta), o dell’Ordine del Cristo, od ancor di più ad una primigenia Massoneria. La storia del Catarismo o degli Albigesi, delle Crociate e dei Nizariti, le vicissitudini di alcuni santi, di sedicenti streghe ed eretici, con pure Filippo il Bello, Guillaume de Nogaret, Jacques de Molay e Dante Alighieri come protagonisti: il medio evo che si ripropone in tutta la sua drasticità tra sangue e grigiore, tra ferocia e saggezza, tra fanatismo disperato e speranze fatte di luce accecante (Inferno, Purgatorio e Paradiso d’inevitabile connotazione dantesca). I riferimenti storici avvincono e sono la gemma inequivocabile del libro. Gli autori italiani, in questo genere di letteratura, il più delle volte rappresentano una garanzia di qualità sia per la perizia ricostruttiva che mettono nel loro lavoro, che per il grado di (coerente) immaginazione che sono d’uso applicare ad una prosa quanto mai concreta. Dove poi, nel caso di Cuomo, mai trascura l’immedesimazione poetica dei tempi nei confronti dei quali ci si relaziona. C. Matar
Romanzo storico più maturo dei suoi precedenti, nel quale risaltano la passione e la preparazione con le quali Cuomo ha sempre descritto le gesta dei cavalieri Templari. Sono davvero tanti gli avvenimenti e gli aspetti che vengono descritti e approfonditi, vengono rappresentati molto bene quell'atmosfera e quei sentimenti caratteristici della fine di un'era, quella della forte presenza militare ed economica dei Templari, e l'incertezza che ne conseguirà. Originale il modo con cui Cuomo descrive la spia templare, Squin De Florian, a cui storicamente viene fatta risalire la confessione da cui è partito l'attacco mortale al proprio Ordine. Anche di Filippo IV vengono ben evidenziate l'ambizione smodata, la volontà di non fermarsi davanti a niente pur di raggiungere i propri obiettivi e, malgrado il grande potere che deteneva, quel timore superstizioso legato alla maledizione attribuita all'ultimo Gran Maestro templare, De Molay, che in punto di morte sul rogo a cui era stato destinato avrebbe indirizzato a quanti erano responsabili della sua fine e di quella dei Templari. Da segnalare infine la presenza di un Dante altamente esoterico, ricordando che ben dopo questo libro l'autore della Divina Commedia è stato utilizzato da parecchi altri autori in racconti ambientati nel medioevo. Peccato non poter leggere oggi nuovi piacevoli ed istruttivi racconti di Cuomo, data la sua scomparsa, ma è doveroso lasciare una positiva testimonianza nei suoi confronti.
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