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Libro vincitore del Premio letterario Piero Ottone 202328 dicembre 1908: il piú devastante terremoto mai avvenuto in Europa rade al suolo Messina e Reggio Calabria. Nadia Terranova attinge alla storia dello Stretto, il luogo mitico della sua scrittura, per raccontarci di una ragazza e di un bambino cui una tragedia collettiva toglie tutto, eppure dona un'inattesa possibilità. Quella di erigere, sopra le macerie, un'esistenza magari sghemba, ma piú somigliante all'idea di amore che hanno sempre immaginato. Perché mentre distrugge l'apocalisse rivela, e ci mostra nudo, umanissimo, il nostro bisogno di vita che continua a pulsare, ostinatamente.
«Il romanzo diventa una camera a spalla sull'apocalisse. Un piano sequenza sul terremoto che rade al suolo due città, decine di migliaia di vite ma non quelle di Nicola e Barbara.» – Concita De Gregorio, la Repubblica
«Nadia Terranova consegna un libro potente, profondo come lo sono le viscere in cui ci accompagna, a un tempo documentato su ciò che è avvenuto in quei giorni di apocalisse terrestre e generativo di alleanze.» – Alessandra Pigliaru, Il Manifesto
«L’ultimo romanzo di Terranova incide una ferita e descrive una realtà cruda e senza scrupoli, ma non dilania, né angoscia il lettore, perché in fin dei conti, arriva sempre il tempo per rinascere e ricostruire.» – Carla De Rosa per Maremosso
Ho trascorso su questa riva tutte le notti della mia vita, e del mio finto orizzonte conosco ogni inganno: gli occhi di chi nasce davanti al mare si perdono all’infinito, ma il mio mare è diverso, ti spinge indietro come uno specchio. Io sono nata con il muro di un’altra costa a bloccarmi lo sguardo: per questo, forse, non me ne sono mai andata, anche quando l’acqua mi ha offesa e ingannata, ha violato la mia giovinezza e distrutto chi ero.
«C'è qualcosa di piú forte del dolore, ed è l'abitudine». Lo sa bene l'undicenne Nicola, che passa ogni notte in cantina legato a un catafalco, e sogna di scappare da una madre vessatoria, la moglie del piú grande produttore di bergamotto della Calabria. Dall'altra parte del mare, Barbara, arrivata in treno a Messina per assistere all'Aida, progetta, con tutta la ribellione dei suoi vent'anni, una fuga dal padre, che vuole farle sposare un uomo di cui non è innamorata. I loro desideri di libertà saranno esauditi, ma a un prezzo altissimo. La terra trema, e il mondo di Barbara e quello di Nicola si sbriciolano, letteralmente. Adesso che hanno perso tutto, entrambi rimpiangono la loro vecchia prigione. Adesso che sono soli, non possono che aggirarsi indifesi tra le rovine, in mezzo agli altri superstiti, finché il destino non li fa incontrare: per pochi istanti, ma cosí violenti che resteranno indelebili. In un modo primordiale, precosciente, i due saranno uniti per sempre.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Pensavo di leggere un libro sul terremoto di Messina, ma questo tragico evento fa solo da sfondo ad una storia banale. Risulta assolutamente poco credibile che dopo tutta la distruzione, la morte , il disastro seguiti a quella tragica notte, quei quattro personaggi che ruotano nella narrazione riescano sempre a ritrovarsi semplicemente descrivendosi a dei passanti, come dire, cerco una ragazza alta con i capelli neri , e tutti sanno indicare dove si trova, mah
«C’è qualcosa piú forte del dolore, ed è l’abitudine. Al dolore non ci si abitua, dicono, ma non è vero: al dolore si abituano tutti, a causarlo, a riceverlo, in una diluizione quotidiana invisibile e anestetica». «Alle cinque e ventuno, a Messina, città mio desiderio e meta, mia origine e scelto destino, capitale e antitesi del paese da cui scappavo, i vivi non esistevano piú. Solo i morti e i morti viventi. Caduta come un angelo peccatore, io a quale categoria appartenevo? Ammaccata ma integra, per lunghi minuti nelle orecchie ebbi l’eco di tuoni vomitati dall’abisso, negli occhi fumo e cenere, sotto il corpo una frolla di cemento e, sopra, una pioggia di caligine. Le onde che volevano mangiarmi si ritrassero. Poi, il silenzio. La ragazza venuta giù assieme alla facciata del suo appartamento ero io. La ragazza portata via dalla finestra, dirupata da un misero secondo piano sopra un mucchio di macerie, aveva la mia faccia, la mia pelle. Quel cumulo dalla grottesca accoglienza, quel cumulo di mura e oggetti che erano stati la mia vita, aveva salvato il mio corpo, sotto di me potevano esserci tavoli e tende, armadi ed esseri umani». In Trema la notte (Einaudi, 2022) Nadia Terranova ci racconta di quel 28 dicembre 1908 che segnò il piú devastante terremoto mai avvenuto in Europa rade al suolo Messina e Reggio Calabria. Oltre al terremoto, c’è anche la storia di Nicola e Barbara che provano a uscire dalle macerie e a riprendersi in mano una vita che sempre impossibile da rimettere insieme. Romanzo carino, però con personaggi poco delineati, non all’altezza di Addio ai fantasmi, finalista nel premio Strega del 2019.
Romanzo breve, ma ricco di storia e di emozioni. Due storie parallele di due ragazzi che vogliono liberarsi dalle catene della famiglia e si troveranno liberi grazie ad un evento catastrofico il terremoto del 1909. Scorrevole, piacevole e emozionante.
Recensioni
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