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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 1990
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Dicono che sia un capolavoro ma a me il genere, a un bivio fra l'ironico, il fantastico, il poetico, il profondo e chissà quale altra strada, non piace molto.... Tenendo conto di questo il mio consiglio è di leggerlo perchè comunque qualcosa di buono sarà possibile trovarlo....per me solo verso la fine. Voto: 3 / 5
Grazie Signor Hrabal, per averci regalato questa condanna, in apparenza quasi ironica e velata, ma in realtà netta e inconfutabile della guerra e di ogni forma di violenza su qualsiasi essere vivente.
mi sono accostato alla letteratura ceca grazie al buon soldato Sc'veik di Hasek, un vero capolavoro e nell'inevitabile confronto, questo di hrabal mi lascia meno entusiasta. l'autore dispone ad ogni modo di una grande padronanza della prosa e se ne avrò l'occasione leggerò altri suoi libri.
Recensioni
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Molti conoscono la tenera storia del giovane Milo ferroviere in una stazioncina dell'Europa centrale, per averla vista in un film che vinse l'Oscar nel 1966. Milo, Charlot boemo, diventa adulto tra i propri insuccessi amorosi e gli scintillanti successi del capo-manovra Hubička (che stampa timbri sulle chiappe della telegrafista), tra il ricordo del nonno che voleva fermare i tank con l'ipnosi e quella bomba, quella "cosina" che lui, Milo, deve infilare nel treno dei nazisti. «L'ironia praghese è un gioco apparentemente infantile, folle e stupido in senso superiore, è la battaglia contro una felicitante teoria dello stato e contro l'apparato burocratico. Naturalmente è anche coscienza della vanità di tale lotta. è l'abolizione di una soggettività che è giunta fino in fondo, è la più alta libertà possibile nel mondo senza dio».
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