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Anno edizione: 2015
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Romanzo strutturato su tre racconti a forma di V: il primo (Per un bacio mai dato) e il terzo (Trappola per camaleonti) ai due vertici, il secondo (Dietro la porta chiusa) in fondo alla valle. Nel primo, brillante l’idea di due omicidi con una zanna (unicorno) di narvalo, ficcati in gola alle due vittime. Da qui si dipanano le indagini di Bagni (ispettore Omicidi) e di un nutrito gruppo di poliziotti: Tortorello, Dinari, Belcorallo, Lucidi, Scorpacciati, Orante, Fadda, Cane, Zolfo, Mozzo, Paparesta, Genito, Lopiccolo, Cavatorta, Scrofani, Bitola e via così, tutti nomi a doppio senso, un variegato campionario umano che neppur Manzoni osò immaginare (si limitò a Beppe Suolavecchia e Anselmo Lunghigna, presunti pretendenti di Perpetua). Invischiato in questa trama vi è pure un agente segreto in missione in Centro America, dal nome in codice Perigeo (ma anche Apogeo e Ipogeo!). Una girandola d’indizi e una soluzione inaspettata. Invece il secondo racconto non convince: Tris, 70 anni, ex-galeotto uscito di prigione dopo 30 anni, a Porta Ticinese ammazza tre balordi come se niente fosse, facendo rodere di rabbia i Magnifici Quattro, eroi dei fumetti. Colaprico ci porta a spasso per Milano sulle note delle canzoni della mala (OK) ma anche sulle note di MA MI (di Giorgio Strehler, scritta in onore alla resistenza e ai partigiani), dedicata qui però alla mafia e alla malavita, un vulnus terribile. Anche la trama qui è contorta e poco credibile. Valido invece il terzo racconto, giocato sul filo di un testimone cieco che, pur con il suo handicap, conduce Bagni e la polizia alla soluzione finale. Notevole il viaggio in metropolitana, linea rossa, come una scia di sangue: Bagni ad ogni fermata del metro, rievoca episodi di violenze e omicidi accaduti ad ogni stazione. Una via crucis? Non è più la Milano da bere di Craxi e dei socialisti, forse però neppure così cupa come la descrive Colaprico. Dopo l’EXPO-2015 è divenuta una metropoli ben vivibile, tra le prime in Europa.
Tre racconti ambientati nei primi anni 2000, protagonista la città di Milano,infestata da politica,corruzione,violenza,droga,criminalità spietata. Stile narrativo fra Montalban e Scerbanenco,quindi personaggi duri,ma anche riflessivi e umani. Da leggere.
Un libro interminabile, con troppi nomi da ricordare.Troppi personaggi, soprannomi situazioni che tolgono la pazienza anche al lettore più paziente e innamorato della cronaca nero milanese
Recensioni
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