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Anno edizione: 2015
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Ho letto questo libro come una bella favola. Una scrittura limpida e scorrevole, paesaggi suggestivi e personaggi stupendi. Ma se dovessi sottolineare la caratteristica più intrigante, non avrei dubbi: la straordinaria fantasia dell'autore; la sua inventiva e la capacità di rendere estremamente comprensibili episodi e protagonisti al limite dell'immaginazione.
Premetto che non amo i romanzi di formazione. L'unico letto che mi ha entusiasmato è stato "L'isola di Arturo" della Morante. Quello di Sgorlon, pur riconoscendo che sia scritto con competenza di stile, non l'ho trovato per nulla scorrevole, lento, e non è riuscito a coinvolgermi. I personaggi mi sono sembrati soltanto abbozzati, privi di respiro. L'ho trovato quindi un romanzo ben scritto ma poco comunivativo, senza lasciarmi dentro nemmeno la voglia di finirlo. A un terzo della lettura, nonostante l'impegno prodigato, ho desistito e mi sono accontentato di leggerne il riassunto.
Oggi la mia carissima amica Liliana mi ha ricordato che quest'estate ho letto il libro gioiello del quasi dimenticato Carlo Sgorlon: ''il trono di legno.'' Lo commento volentieri, purtroppo brevemente perchè il libro è rimasto al mare con gli altri che ho letto a giugno E' la ricerca di un idendità, di un equilibrio, di un progetto di vita serio da parte di un giovane ragazzo orfano cresciuto con amore e senso di libertà da Maddalena. Aveva vissuto a lungo come correndo con uno straccio a coprirgli la faccia finchè nella corsa colpi violentemente un palo. Forse cosi vivono anche i nostri figli, ciechi alla ragione, al senso di responsabilità, all'idea che nella vita progetti seri sono indispensabili,vivono cosi seminando delusioni e brutali prese di coscienza. L'essenza del libro è questa ricerca, ahimè lenta, ed è questa lentezza che fa molto soffrire me, altri genitori probabilmente e la mia cara Liliana che ringrazio ancora per avermi ricordato questo splendido libro.
Recensioni
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