testi di Martina Corgnati e Ugo VolliIl titolo del volume, ispirato dalla quasi omonima sinfonia di Gustav Mahler, intende segnalare l’attenzione poetica rivolta dall’artista ad elementi, come fiori, uccelli, montagne, che compongono un paesaggio della memoria, della cultura, dell’identità e della pittura. Le sue opere vogliono quindi essere “canti della terra”, manifestazioni di un senso unico e peculiarissimo, le cui radici affondano nella realtà della natura e delle cose che circondano, e hanno circondato, l’artista. “Terra” è, inoltre, la materia di cui è fatta la pittura, i pigmenti, lo spessore delle patine, il “corpo” materiale dei dipinti attraverso cui si sostanzia la “forma”.La monografia presenta una ventina di opere recenti del grande artista israeliano: un dittico Terrazzo, un importante dittico Montagna-Terrazzo, alcuni grandi Fiori, vere e proprie “fioriture” di pittura, e alcuni uccelli. Non si tratta, naturalmente, di opere che presentano in alcun modo un’intenzione realista: neri, affilati, monumentali e tutti soli al centro della tela, i fiori si rivelano infatti un importante “luogo” della memoria intima e personale ma anche uno strumento iconografico efficace per esaltare le contraddizioni fra apparenza e realtà, e ancora di più fra aspettative, o pregiudizi, e fatti. I Terrazzi, invece sono un motivo tipico dell’opera di Tsibi Geva: sono composti da strati e strati di pittura sovrapposti gli uni agli altri e poi “strappati” in modo da formare pattern incerti e irripetibili: frammenti sovrapposti di significati, storie e forme espressive differenti che funzionano come uno “scavo archeologico” della storia della pittura e della storia personale dell’artista; ma che, al primo sguardo, possono ricordare la pavimentazione irregolare di certe superfici esterne, come appunto i terrazzi.Catalogo della mostra aSangallo ART Station, Firenze7 settembre 2010 – 8 gennaio 2011
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