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Anno edizione: 2017
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Se avete l'impressione che la vita che state vivendo, non è quella che dovreste vivere...beh fossi in voi inizierei a chiedermi se non proveniate da un'altra realtà... Scherzi a parte, Tutti i nostri oggi sbagliati si basa proprio su questo, sul sentirsi sbagliati, o impostori, nella realtà in cui viviamo fin quando non passiamo all'azione (poco importa se per farlo stiamo attraversando un momento di follia, Tom docet). Ed è così, che tutto cambia. Il libro di Elan Mastai è sì un libro di fantascienza, che narra di viaggi nel tempo, teorie della fisica e filosofiche e macchine super avveniristiche, ma è anche un romanzo sugli esseri umani, sui complicati meccanismi dei nostri cuori. Su quanto ci si può sentire soli se non si comunica, se a frapporsi tra noi e i nostri cari ci sono macchine e schermi. Tom/John vive proprio questa realtà, arida e triste, fin quando decide di usare la tecnologia avanzata della sua realtà per reagire, pur non pensando alle conseguenze. E' davvero un bel libro, che mi ha tenuta incollata alle pagine fin quando non l'ho terminato. Il libro è già diventato una sceneggiatura, presto lo vedremo sul grande schermo. Tom/John il pasticcione (con un cuore di panna degno del cornetto Algida) già mi manca.
Quando un libro parla di viaggi nel tempo, realtà alternative e distopia so già che mi piacerà perché sono argomenti che mi affascinano da sempre. Leggendo questo libro ho cambiato opinione varie volte su quale dovesse essere secondo me il finale, se Tom dovesse o meno tornare nel suo 2016. Mi è piaciuto, non do il massimo dei voti però perché la narrazione a volte è un po' dispersiva e si perde in spiegazioni tecniche che rendono a volte la lettura poco scorrevole. Nel complesso però ho apprezzato questo libro, mi è piaciuta moltissimo la storia.
Recensioni
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Il viaggio nel tempo è una delle possibilità più affascinanti della letteratura e, quando usata bene, riesce a trasformare i romanzi in autentici gioielli. Senza andare troppo lontano negli anni, penso a "22.11.63" di Stephen King, un romanzo dalle infinite (quanto il tempo) chiavi di lettura, che porta Jake Epping nel passato allo scopo di salvare la vita al presidente Kennedy ed evitare la sequela di drammi storici che ne derivano (basti pensare alla guerra in Vietnam).
Ma cosa succede quando si interrompe una sequenza temporale per crearne un’altra? In King viene citato il butterfly effect, l’effetto farfalla, teoria secondo la quale il battito d’ali d’una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas.
Per dirla con le parole di Alan Turing (Macchine calcolatrici e intelligenza, 1950): «Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza.»
E così arriviamo preparati ad affrontare la strana storia di (ora) Tom Barren, che fu anche (o sarà, dipende dalla sequenza temporale nella quale lo incontrate) John.
Tom Barren è uno sfigato e incapace figlio di padre geniale, vive in un 2016 che ha beneficiato dell’invienzione del motore di Goettreider, capace di produrre energia pulita e un mondo migliore. Tom, dopo una violenta crisi con il padre scienziato e l’intelligentissima Penelope, la donna che ama alla follia, decide di tornare indietro nel tempo al momento in cui il motore di Goettreider viene attivato per la prima volta. Ma è del tutto impreparato per affrontare da solo un viaggio del genere, quindi crea una nuova sequenza temporale e, tornato indietro, si trova in un altro 2016, del tutto diverso da quello da cui era partito.
Tutti lo conoscono come John Barren, odioso architetto di successo: ha una famiglia stupenda (quella che manca a Tom), riesce a ottenere l’amore di Penny (che nell’altro 2016 è Penelope) e non vuole perdere ciò che ha in questa nuova realtà. Ma vuole anche capire come e perché si è modificato il mondo. Ovviamente diventa difficile conciliare entrambi i desideri.
I piani temporali di questo romanzo sono una sfida per il lettore, ma anche un piacere, soprattutto quando entra in scena Goettreider, lo scienziato creatore del motore che ha cambiato le sorti del mondo. Tra lui e Barren si innesca un interessantissimo contraddittorio su quale sia il punto del passato a cui tornare per salvare “tutto” e una polemica su cosa sia questo “tutto” a cui dare priorità: l’amore personale o quello per l’umanità? “Salvi quattro persone ma ne condanni 4 miliardi” dice a un certo punto Goettreider.
E allora, qual è la strada giusta? Fino a che punto siamo filantropi e non egoisti? Può un amore più grande di noi soddisfarci quanto quello carnale, intimo, vicino, che sognamo a fine giornata? Tom è dibattuto e scoprirà che andare e tornare dal passato al futuro (il presente è un attimo che non esiste in questo romanzo) causa una quantità incredibile di problemi, sia al mondo che alle singole persone. Non si può modificare una – per quanto infinitesimale – porzione di tempo senza che questo non incida sul Tempo nella sua totalità di Storia. Eppure.
"Tutti i nostri oggi sbagliati" di Elan Mastai è libro che risulterebbe ostico se l’autore non avesse avuto l’idea geniale di scegliere come narratore uno “sfigato” (concedetemi il termine), uno che è sempre fuori posto e cerca di spiegare le cose senza averle davvero capite. Uno che sembra intelligente (nel 2016 in cui è John) ma poi si vergogna di essere stato sopravvalutato e vorrebbe tornare a essere il Tom che non ha mai avuto nulla da dimostrare.
Il tono scanzonato, ironico, distaccato, rende questo romanzo una splendida lettura, alleggerendo le parti complesse e “tecniche”, e apre la porta a tante riflessioni. Una tra tutte: ma cosa faremmo se potessimo modificare il corso della Storia? Possiamo solo fantasticare e il libro di Mastai in questo ci aiuta.
Recensione di Beatrice De Carli
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