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Anno edizione: 2013
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Perché, quando si termina l'Ulisse di Joyce, quasi sempre lo si ritiene un capolavoro? Per la straordinaria, simbolica trasposizione dell'intera Odissea in una semplice giornata di un uomo altrettanto semplice? Per la sua incredibile ricchezza lessicale e linguistica e per la sua capacità di condensare in un solo romanzo ogni stile possibile o concepibile? Per la ricchezza di particolari e spunti culturali? Per tutto questo, credo, ma soprattutto (almeno per me) per esser stato in grado come nessun altro, di utilizzare in modo così sapiente e credibile la narrazione a flusso di coscienza e per aver frantumato la parete che impedisce a ognuno di noi d'immergersi, senza alcun freno, tra i più intimi e reconditi pensieri che l'anima di un uomo, in gran segreto, dentro di sé, costantemente formula.
Leggetelo. Imperdibile.
Una successione di episodi che scorrono dalle ore 08,00 alle 03.00 di notte del 16 giugno 1904. I primi tre, i Telemaco, hanno come protagonista Stephen Dedalus, personaggio tragico, osteggiato dal padre, col senso di colpa addosso di fronte alla morte della madre. Ricerca un padre e crede nella creatività artistico-spirituale avvertendone l'impotenza: tre episodi dalle ore 08 alle 11 di Dedalus, che possiamo equiparare all'Inferno. Si apre il purgatorio, la seconda parte, sempre a partire dalle ore 8,00, nella quale si svolgono le vicende di Leopold Bloom, ebreo ma convertito al protestantesimo e poi al cattolicesimo, sposato con Molly, con una figlia, Milli, ma con un padre suicida e un figlio, Rudy, morto alcuni giorni dopo la nascita. Molly è nata l’8 settembre come la Vergine Maria, cantante con amanti in serie, l’ultimo il suo impresario Blazes Boylan. E Bloom lo sa, come del resto la cerchia di conoscenti e amici, anche se fa finta di non sapere. Leopold è una persona normale, a cui piace la sicurezza e la tranquillità. Tiene al rapporto con i suoi colleghi del giornale presso cui lavora come piazzista pubblicitario, e sopporta, nonostante tutto, lo strisciante antisemitismo, evitando di dire la sua per non creare complicazioni. Solo una volta esprime la sua idea, quando viene più volte insultato da un patriota contro cui afferma che il Dio cattolico è un ebreo. Deve fare alcune cose: rispondere a una donna conosciuta per corrispondenza, piazzare sul giornale una pubblicità, consultare la biblioteca, visitare una partoriente, ma nel frattempo deve andare a un funerale e meditare sulla morte, mangiare ascoltando canti irlandesi, ritrovarsi con Dedalus e i suoi giovani amici in un Bordello. Nella terza parte, il paradiso, Bloom impedisce a Dedalus di essere arrestato, ritorna a tarda notte con Dedalus a casa sua, bevono una cioccolata, si rispecchiano l'uno nell'altro come padre e come figlio, e tutto il romanzo confluisce come acqua nel monologo di Molly.
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