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In questo romanzo l’ultimo giorno della prima guerra mondiale è raccontato attraverso tre punti di vista: gli occhi di Eddie (pilota americano), Axel (giovanissimo soldato tedesco) e Will (coetaneo di Axel, ma appartenente alla milizia inglese). Dalle descrizioni si può immediatamente capire che sono tre individui con tre storie ben differenti, ma con un unico filo conduttore comune: l'assurdità e il potere negativo della guerra. Il romanzo si alterna spesso tra i tre ragazzi, ma l’autore è molto chiaro e quindi il lettore riesce a capire senza sforzi il luogo e il momento in cui si trova. Sono ricorrenti immagini crude che fanno riflettere, e figure nuove che svolgono ruoli ben precisi nella vicenda. Libro stupendo, consigliatissimo per ragazzi di 12 anni o più, che hanno studiato la prima guerra mondiale, che vogliono approfondire l’argomento o che vogliono leggere un bel romanzo.
La Grande Guerra, di cui ricorre per noi il centenario dal suo inizio, richiama l'attenzione di diversi narratori e fra questi Paul Dowsewll, inglese, scrittore di romanzi per ragazzi. E anche L'ultima alba di guerra, almeno nell'intenzione dell'autore, dovrebbe costituire narrativa per lettori dai 12 anni in su; in effetti, lo stile abbastanza semplice e immediato, la propensione a narrare scontri e battaglie possono essere elementi adatti a un pubblico giovane, anche se, però, per la crudezza di certe immagini, per un certo compiacimento nel dilungarsi nella descrizione di combattimenti che mi sembra eccessivo, é semmai più adatto a degli adulti, tanto più che non c'è una ferma condanna della guerra, come se quello che importava di più era di scrivere un melodrammone con tutte le caratteristiche invece di certe serie televisive di produzione sudamericana. L'idea originale era in sé buona: tre giovani soldati, un americano, un inglese e un tedesco nell'ultimo giorno di guerra, tre destini ben distinti che a un certo punto, per una serie di circostanze, si incrociano e così da nemici diventano amici, ma la sorte sarà benigna solo per uno di loro. Quello che è mancato veramente a questo libro è stata la capacità di sviluppare l'idea, o meglio di svilupparla in modo adeguato, non restando in superficie, ma cercando di approfondire un po'. È un peccato perché ne è uscita un'opera di discreta confezione, ma che appare troppo in linea con l'obiettivo di dare al lettore ciò che chiede, senza indurlo a riflettere. Comunque, direi che è un libro che si lascia leggere, che consente un po' di svago senza che sia necessaria una particolare attenzione; è inutile chiedergli di più, perché i suoi limiti lo impediscono.
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