L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Serena Venditto ci conduce, con penna ironica e brillante, nel cuore di una Napoli frizzante e colorata e dentro le vite ingarbugliate di un gruppo di amici fuori dagli schemi, riuscendo a fondere con grazia la freschezza di una commedia romantica e una trama gialla finemente orchestrata.
«Io dico che è un codice, Malù» disse il commissario De Iuliis con decisione.
Malù corrugò la fronte, gli occhi verdi persi nel verde del tavolo. E in quella misteriosa teoria di carte.
«Io dico che hai ragione, Teo»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sono un'amante dei gialli e francamente mi aspettavo di più da questo libro. Si fa fatica ad entrare nel cuore della vicenda soprattutto per lo spazio eccessivo che viene dato ai continui miagolii del gatto Mycroft con il risultato di una lettura continuamente interrotta e faticosamente appesantita. Consiglio alla scrittrice, che ha senz'altro doti di scrittura, di non abbondare nei prossimi libri con le descrizioni relative al gatto. Tengo a precisare che ho 2 gatti e li adoro!
Anche io sono una gattara e parlo con il mio gatto che prontamente mi risponde (se ne ha voglia) ma questi continui miagolii (meow, mè, mememeeow) mi hanno un pò stufato e tolto attenzione all'enigma che cercavo di seguire e risolvere. Nel libro vengono citati due giallisti, Scerbanenco e Veraldi. Il primo lo conoscevo, ma il secondo sono andata a cercarlo sul web, perchè a me non diceva niente. E scopro che il nome è Attilio VELARDI non Veraldi. Refuso? Grossolano se mi è permesso (nessuno se n'è accorto prima di darlo alle stampe?). Leggerò il prossimo libro perchè l'enigma del burraco mi è piaciuto, ma speriamo non sia così pieno di miagolii.
Mi dispiace non associarmi alle entusiastiche recensioni dei lettori che mi hanno preceduto e che mi hanno anche convinto all'acquisto del libro per conoscere questa autrice. Purtroppo il feeling non è scattato e ho fatto fatica a portarlo a termine. Più della storia, in sè carina, non ho apprezzato la scrittura e i troppi dialoghi con miagolii dei gatti annessi. Ed io sono una felice gattara. Leggerò altro dell'autrice ma questo non mi sento di consigliarlo
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Per l’autografo non c’è più tempo. Serena Venditto, giovane giallista, avrebbe voluto chiedere “una dedica, maestro?” incontrando Andrea Camilleri alcuni anni fa alla Fiera del Libro a Roma. Non ci saranno altre occasioni, tranne quelle offerte dal potere della fantasia. Dalla magia della scrittura: «Purtroppo – afferma l’autrice – quel giorno non era previsto il firmacopie, lui era già molto anziano. Così, ho inventato che l’impresa nell’incontro con il suo mito letterario sia riuscita a Malù, la protagonista del mio nuovo romanzo.»
S’intitola L’ultima mano di Burraco (224 pagine, 18,50 euro) ed è edita da Mondadori l’ultima, leggibilissima, fatica della scrittrice campana e questo è il racconto della sospirata dedica a Malù: «Il Camilleri autografato! Due ore di fila… Malù si era portata La forma dell’acqua, il suo preferito … Appena se l’era ritrovato davanti, gli aveva detto tra le lacrime: Maestro, le voglio bene. Grazie per tutto quello che ha fatto per me. E non solo il maestro le aveva scritto una dedica commovente, ma l’aveva anche abbracciata. Quella copia de La forma dell’acqua era adesso custodita dentro una scatola trasparente di plexiglas, una installazione a metà fra il reliquiario e l’edicola votiva”.
Nel Bel Paese, il nostro, almeno due generazioni di scrittori devono a Camilleri eterna gratitudine. Quasi fosse un papà di penna. Serena Venditto spiega perché: «Lui, con il suo Montalbano, ha rilanciato un genere che in Italia era considerato di serie B. Durante il fascismo, il giallo era stato messo a tacere. Poi, finita la guerra, ha fatto fatica a riaffermarsi rimanendo relegato alla condizione di lettura di consumo senza qualità. E questo nonostante il fatto che uno dei più grandi lavori della letteratura italiana del ‘900 sia un giallo storico, ovvero Il Nome della Rosa di Umberto Eco. Camilleri, quindi, è riuscito a restituire centralità a questo genere dandogli, peraltro, un linguaggio peculiare, riconoscibilissimo».
Il linguaggio, appunto. L’ultima mano di burraco, come le altre opere di Serena Venditto, non è forgiata nel dialetto. Difficile, rischioso, avventurarsi nei sentieri di “papà”, anche se quei percorsi sono carichi di fascino e di suggestioni: «Camilleri – sottolinea la scrittrice – ha ripreso l’eredità di Gadda (autore di Quer Pasticciaccio brutto di via Merulana, ndr) e l’ha rielaborata a modo suo. L’ha fatto in modo assolutamente geniale con una lingua che, pur essendo il siciliano di sua nonna, è comprensibilissima. Lo è certamente per noi meridionali, eppure i suoi libri sono molto amati anche altrove. Anche all’estero. Perché leggere quelle pagine significa sentire i profumi e il calore di quelle terre, il rumore del mare, accarezzare il paesaggio siciliano.»
Malgrado l’omaggio al maestro e la presenza di un pianista giapponese – Kobe – che nel libro si sforza di parlare italiano ma fa ridere come Catarella, L’ultima mano di Burraco è un libro originalissimo ambientato in una Napoli multietnica e coloratissima. Qui si muove l’archeologa-detective Malù che assieme al suo sgangherato team, composto pure da un gatto, collabora con la Polizia nell’inchiesta su un omicidio. La vittima è Temistocle Serra, docente universitario di Teoria dei Giochi e delle Decisioni, che affida la soluzione del caso a una combinazione di carte. Tragico epilogo di una sfida familiare in un salotto della “Partenope-bene”.
Recensione di Gerardo Marrone
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore