L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2013
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Due testi dei fratelli Singer curati da Erri De Luca. Quello di Isaac è l'ultimo capitolo inedito della Famiglia Muskat, testo molto sofferto ambientato nella Guerra in una Varsavia distrutta dai bombardamenti. Quello di Israel, scrittura più scorrevole e vivace, meno sofferente, narra il viaggio di un ebreo nella Russia post rivoluzione del '17. È interessante anche la scelta della doppia copertina così per leggere i due scritti bisogna girare il libro. Per me un'ottima lettura.
Erri De Luca, autodidatta traduttore sia dall'ebraico, sia dallo yiddish, ci consegna due piccoli lavori dei fratelli Singer. Il primo è praticamente l'inizio della fine degli ebrei polacchi dopo l'invasione nazista. Il secondo è la tragicomica vicenda di un ebreo polacco alle prese con i primi atti della rivoluzione sovietica in Ucraina.
Purtroppo non ho apprezzato nè il racconto di IJ Singer nè l'ultimo capitolo della famiglia Moskat scritta da IB Singer. La stazione di Bakhmatch è inferiore di gran lunga ai vari racconti che il Singer maggiore ha scritto, per niente appassionante e privo del realismo che solo l'autore sà trasmettermi. La parte finale del capolavoro che è la famiglia Moskat è stata decisamente una decisione. Non racconta nulla di più rispetto alla conclusione della traduzione italiana ma rende il tutto più complicato in quanto De Luca pecca di egocentrismo - secondo il mio umilissimo parere. La prosa non è assolutamente di facile lettura come invece è nelle originali 600 pagine del libro. Che senso ha poi utilizzare i nomi originali in yiddish dei personaggi per solo questa ultima parte? Nota a margine, trovo degno di lode il motivo per il quale il traduttore ha deciso di imparare alla perfezione la lingua yiddish: cercare di far vivere ancora una lingua, una cultura, che in molti hanno cercato di far scomparire dalla faccia della terra.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore