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La protagonista di questo romanzo è la diciassettenne Flora Banks che da sette anni non ha la memoria a breve termine a causa di una malattia ed è costretta a scrivere tutto per non dimenticare. Potete immaginare le sue innumerevoli difficoltà, basti pensare che ha addirittura il nome e cognome tatuati sul braccio, valido aiuto quando non ricorda la sua identità. Un libro che già dall'incipit si presenta toccante e coinvolgente. Scorrendo le pagine viaggerete con Flora e scoprirete le sue paure e i suoi segreti, vivrete con lei i suoi primi amori adolescenziali e le delusioni. Con lei andrete anche alla ricerca della verità e di quel passato che Flora deve necessariamente conoscere. Una storia ricca di emozioni, uno young adult con atmosfere misteriose, una protagonista fragile, ma coraggiosa e caparbia, pronta a non arrendersi anche di fronte alle più estreme difficoltà.
Pensavo che questo romanzo fosse per bambini, visto che l'età indicata è 11 anni, e invece forse l'età si dovrebbe alzare un pochino. È un romanzo per un pubblico più di adolescenti sicuramente, ma anche più maturo. La storia non è facile da digerire ma è allo stesso tempo piacevole e interessante, nonostante qualche scivolone dato probabilmente dall'immaturità dell'autrice. Godibile.
Recensioni
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Il 2018 è stato un anno piuttosto ricco di novità interessanti, per quanto riguarda l’editoria young adult. Prima di soffermarmi in particolare su alcuni titoli, due brevissime considerazioni di carattere generale: in primis, sebbene il mondo anglosassone rimanga il riferimento ineludibile per chi cerca storie potenti, che parlino da sole e non attraverso il filtro di un tema scelto a tavolino, il panorama del 2018 può allargarsi anche ad altre frontiere e individuarne alcune anche nel nostro paese. Secondariamente, prosegue un trend iniziato negli ultimi anni, che vede una certa predilezione per storie realistiche, familiari, a discapito dei vari filoni emersi a inizio decennio, come quello delle distopie o della cosiddetta letteratura sick-lit.
Inizierei quindi con due titoli che mi pare abbiano in comune la caratteristica di poter accompagnare i giovani lettori nel tragitto accidentato verso la letteratura adulta: parlo di due libri editi da San Paolo, L’isola del muto, di Guido Sgardoli (vincitore del premio Andersen) e L’alba sarà grandiosa di Anne-Laure Bondoux. Due epopee familiari che sviluppano l’intreccio attraverso varie generazioni. Il primo racconta la storia di una famiglia, i Bjorneboe, i cui membri hanno – per due secoli – l’incarico di guardiani del faro in una piccola isola norvegese: attraverso duecento anni di storia, Sgardoli ricostruisce non solo le loro vicende immaginarie, ma anche quelle del luogo che li ospita e del paese da cui sono governati, come a dirci che a seconda del contesto in cui si vive cambia l’idea stessa che si ha di famiglia, legami, affetti. La seconda, invece, è una storia incentrata sul rapporto madre-figlia in cui la seconda, inconsapevole fino ai sedici anni, scopre in una sola notte (fino a una grandiosa alba, appunto) la vera storia della sua famiglia e conosce una nonna e due zii di cui ignorava l’esistenza. Bondoux sembra interrogarsi molto sul tema della scelta, a un duplice livello: quello delle azioni concrete da compiere e quello della trasmissione della storia familiare. Che cosa è giusto tramandare ai figli, e soprattutto, quando? Venire a conoscenza dei segreti di famiglia non è un modo di diventare adulti che deve essere vissuto né troppo presto né troppo tardi? Anche il nuovo romanzo di Allan Stratton, Un viaggio chiamato casa (Mondadori), si muove con grazia nel territorio delle relazioni domestiche e dei segreti di famiglia e ci regala un rapporto nonna-nipote che, per quanto non nuovissimo nei topoi della letteratura per ragazzi, fa breccia nel cuore del lettore per la profondità e il realismo, anche crudo, con cui è ritratto.
È assai interessante notare come anche quando si sconfina oltre le barriere del realismo propriamente detto, i titoli più originali che incontriamo sono romanzi che in qualche misura costituiscono un inno all’adolescenza media, quotidiana, profondamente ordinaria anche se messa in scena in contesti extra-ordinari: penso a Paesaggio con mano invisibile di Matthew Tobin Anderson (Rizzoli), in cui la terra è stata consegnata volontariamente a una razza aliena, i vuuv, che non hanno mantenuto alcuna delle promesse iniziali e hanno ridotto il pianeta alla miseria e alla dipendenza economica. I vuuv però sono presenti nel romanzo quasi unicamente come spettatori: riproducendosi per gemmazione, sono attratti dalle storie d’amore che non vivranno mai. Adam, il protagonista, vende ai vuuv la sua storia d’amore, sostentando così la sua famiglia, ed è costretto a proseguire la messinscena anche quando l’amore finisce. Penso a Spontaneous, di Aaron Starmer (Dana) in cui una comunità di adolescenti deve fronteggiare un’emergenza: uno dopo l’altro, alcuni di loro esplodono, letteralmente, per autocombustione, mentre gli altri, con l’apocalisse che incombe e con la prospettiva di sparire da un istante all’altro, vivono la più tradizionale delle adolescenze: feste, musica, innamoramenti. E penso a Mentre noi restiamo qui, di Patrick Ness (Mondadori), in cui la crescita di Michael, costellata di tutte le paure e le difficoltà di ogni adolescente, è inserita in un contesto post-apocalittico. David Almond, poi, da sempre attento al mito, ne riscrive uno, quello classico di Orfeo e Euridice, facendoli rivivere in due adolescenti inglesi (La canzone di Orfeo, Salani).
Degni di attenzione, per motivi diversi, mi sono parsi anche Mosquitoland, di David Arnold (Rizzoli), Jonas e il mondo nero di Francesco Carofiglio (Piemme) e L’unico ricordo di Flora Banks di Emily Barr (Salani).
Che cosa dovremo attenderci per il 2019? La prosecuzione di questa tendenza o un ritorno in auge del fantasy classico? L’autrice di una delle ultime uscite dell’anno, Figli di sangue e ossa (Rizzoli), la giovanissima Tomi Adeyemi, è salutata come “la nuova Rowling”. Appuntamento tra dodici mesi!
di Matteo Biagi
Tu sei Flora Banks. Hai diciassette anni e vivi a Penzance in Cornovaglia. Soffri di amnesia anterograda. Sei in grado di tenere a mente le cose per un paio d’ore e poi le dimentichi. E quando le dimentichi, di colpo ti senti confusa. Non devi preoccuparti: è normale per te. Quando ti senti confusa, guardati la mano, i biglietti che scrivi, il cellulare e questo quaderno. Tutte queste cose ti aiutano a ricordare dove sei e quello che sta succedendo.
La memoria di Flora Banks non funziona molto bene. Quando aveva dieci anni, il suo cervello ha subito un piccolo trauma e da quel momento dimentica ogni cosa nel giro di un tempo brevissimo. Ora Flora di anni ne ha diciassette e ce la mette tutta per convivere con le sue amnesie. Si appunta ogni cosa su foglietti che lascia in giro per casa o si scrive piccole note sulle mani e sulle braccia, perché è il solo modo che ha per riprendere il filo della sua vita. E quando si sente confusa, può sempre fare affidamento sul quaderno scritto da sua madre, che le racconta chi è e perché spesso prova quel senso di smarrimento.
Ma ci sono ricordi rimasti scolpiti nella sua mente: sono quelli legati alla sua infanzia, al periodo prima dell'incidente. Riguardano i suoi genitori, suo fratello Jacob, ora partito per la Francia, e la sua migliore amica Paige. Un altro ricordo, però, sta per imprimersi nella sua memoria, inaspettatamente. Una sera, al termine di una festa, Drake, il ragazzo di Paige, si avvicina a lei sulla spiaggia e la bacia. È un momento bellissimo e intenso, e quello che la sorprende è che anche la mattina dopo lei si ricorda tutto, nei più piccoli dettagli: le labbra che si sfiorano, il rumore del mare, le parole che si sono detti. Solo che Drake sta per trasferirsi molto lontano, nelle fredde isole Svalbard, e forse non lo rivedrà più.
Nei giorni successivi, Paige scopre quello che è successo e non vuole più vederla, i suoi genitori partono per la Francia per raggiungere Jacob, a quanto pare gravemente malato, e Flora rimane sola in casa, aggrappata a quell’unico ricordo che le permette di non sentirsi più una bambina ma una ragazza matura. Mentre Drake inizia a riempirla di email per farle sapere quanto sia attratto da lei e quanto le manchi, Flora capisce che è giunto il momento di prendere in mano la sua vita: sarà coraggiosa, partirà per il Polo Nord per raggiungere Drake e per capire se lui può davvero aiutarla a essere una ragazza come le altre. E forse, finalmente, ritroverà sé stessa.
Emily Barr scrive un romanzo originale, che unisce romance e thriller. Inizialmente può essere ostico e un po’ noioso, per via delle numerose ripetizioni usate per dare l’idea della sua memoria instabile. Ma una volta che il lettore si sarà addentrato, scoprirà una storia sull’amicizia, sulla famiglia, sull’amore e sull’importanza dei ricordi, che ci rendono umani e ci aiutano a capire e a spiegarci chi siamo.
Recensione di Mauro Ciusani
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