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"Mi chiedo come deve essere sentirsi sempre parte di un luogo e possessori di un ruolo, in possesso di tutte le mappe e di tutti i codici di comunicazione per muoversi senza urti ed esitazioni da un gesto all'altro e da una parola all'altra.
Alle volte ho la sensazione che anche quando parlo sia il mio mutismo a parlare.
Penso che nessuno dei miei percorsi è mai stato saldo, ma ho seguito una successione di svolte e inversioni che mi hanno riportato sempre al punto da cui sono partito.
Mi sembra di non aver mai voluto veramente quello che di volta in volta ho cercato e trovato. Sono passato attraverso interi periodi con una specie di senso di ineluttabilità o inerzia di fondo, senza mai investire tutta l'energia in qualcosa in cui credevo davvero.
Non mi sono mai sentito completamente padrone della mia vita. Mi sono lasciato trascinare dalle correnti cercando solo di restare a galla e non perdere il contatto con la terraferma, finendo per seguire delle direzioni che si divaricavano continuamente da quelle che avevo avuto in mente.
Penso a tutti gli ultimi anni e mesi e giorni e ore che hanno riempito la mia vita e che alla fine si comprimono in semplici nomi di donne. Al mio continuo oscillare tra adattamento alle regole del mondo e estraneità alle regole del mondo.
Penso che ho sempre registrato il tempo in cadenze di anni e anni e invece adesso li misuro in decenni e che il numero dei decenni è limitato. Mi sono immaginato a dieci a venti a trent'anni, a come avevo idee e pensieri e desideri del tutto diversi. Ma sempre con in mente un orizzonte che mi vedeva fare gesti e provare sensazioni senza limiti. "
Dalla quarta di copertina.
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