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Due giovani stanno scrivendo un dramma teatrale. Il caso vuole che cambino il soggetto del loro testo e inizino un altro dramma completamente diverso ispirato allo scambio epistolare tra il pilota che sganciò la bomba si Hiroshima, Claude Eatherly, e il filosofo Gunther Anders. E' l'occasione per rivivere, immedesimandosi nell'immane tragedia che sconvolse il Giappone, le proprie angosce personali, piccole o grandi che siano. Ecco allora comparire tossi psicosomatiche, uso di psicofarmaci, confessioni dei propri tormenti interiori, rivelazioni sui punti più critici e dolorosi della propria esistenza. E' come se il dolore potesse essere compreso solo da chi ne ha fatto esperienza personale e l'angoscia che esso provoca, potesse essere vinta grazie a una prassi psicoanalitica: rivivendo la vicenda oggetto di sofferenza per poterla razionalizzare spiegando alla propria coscienza i motivi che la hanno determinata. Ciò che aveva già cercato di fare il filosofo con il pilota attraverso la loro corrispondenza:"Dove avevano fallito i neurologi e le loro droghe legalizzate, uno spirito chiaroveggente, un amico comprensivo e partecipe seppe ridare all'uomo tormentato la pace interiore e la sicurezza, la speranza e il senso della vita". Questo perchè Eatherly, colpito da tremendi rimorsi, venne ricoverato in una clinica psichiatrica. Governi ci ricorda con questo libro un concetto semplice a dirsi, ma difficile ad attuarsi e cioè che il male non va rimosso e negato come una realtà che non ci riguarda. Dobbiamo invece imparare ad affrontarlo come un aspetto che fa parte della vita. Anche perchè riconoscerlo e prenderne coscienza, costituisce l'unica possibilità per poter superare quella negatività che ci riesce così difficile giustificare.
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