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La vera Seconda Repubblica sta nascendo solo ora dopo un lungo periodo di incubazione. Questa la tesi interessante e convincente sviluppata nel saggio da N. Urbinati e D. Ragazzoni in cui si racconta di come un'ideologia, dapprima contenitore vuoto, abbia iniziato a popolarsi di idee serpeggiate in fase iniziale solo in negativo e poi istituzionalizzate negli anni fino a rendere compiuta l'idea di una Seconda Repubblica. Una ideologia che acquista forza e consistenza fino a creare la propria realtà. N. Urbinati ci aiuta a capire come il vuoto abbia preso corpo attorno alla necessità di sbarazzarsi dei partiti e di ridimensionare il Parlamento per favorire una governabilità senza opzioni tipica dei regimi autoritari. Nel procedere del ragionamento diventa chiaro come in questo lungo periodo di gestazione i personaggi che si siano alternati al potere fossero congrui al processo formativo di questa realtà e sempre giustificati da un'ideologia operosa nel creare l'esigenza di un risolutore unico delle istanze del potere. Leader dunque come esecutori di un progetto avviato alla fine della guerra fredda, allorquando anche le forze di sinistra entrarono nel perimetro del potere e si cominciò a far crescere l'idea di un Parlamento e di partiti come ostacolo alla governabilità e quindi potenzialmente riformabili. Solo ora, ci avvertono gli autori del saggio, la macchina immaginifica oliata da decenni sembra aver preso la giusta velocità per disarticolare la Prima Repubblica e il sistema di una democrazia parlamentare. La revisione attuale porterebbe dalla repubblica dei partiti alla repubblica del partito unico. Eppure l'ideologia, come sosteneva altrove N. Urbinati, è anche il contenitore di credenze e valori con cui i cittadini interpretano la loro condizione sociale. Questo potrebbe convogliare in difesa della Costituzione l'energia di chi conservi ancora memoria e fiducia in un assetto costituzionale pienamente democratico.
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