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Marisa Madieri è riuscita a trasmettermi l' importanza della vita di tutti gli esseri viventi, umani, animali, vegetali e a farmi capire che dobbiamo rispettare soprattutto gli essere più deboli di noi.
Ho letto il racconto di Marisa madieri mi e piaciuto l' incipit definirlo e prato speciale e un po eccessivo . Si trattava di un prato qualunque, situato in mezzo a un bosco di quercioli, pini neri e cespugli di ginepro.non era neppure tanto ben livellato. Come dice il nostro professore Gianpaolo Armani questo e un signor libro. COMPLIMENTI MARISA MADIERI PER QUESTO LIBRO VERDE ACQUA anche se il mio voto verrà sopra e 5/5
Dafne ... la protagonista di questo meraviglioso libro. In una mattina di maggio in una radura nacque una margherita di nome Dafne. Questa margherita è sempre in compagnia di amici e parenti. Ma qualche anno dopo, messi da parte i giochi dovette andare a scuola dove imparò molte cose. Saprà che alla sua morte altri fiori prenderanno il suo posto. Un brutto giorno una famiglia andò a fare un pic-nic all'aperto e, quando i bambini si misero a giocare, Dafne fu colta per fare una coroncina di fiori e morì. Il finale è molto triste ma insegna a rispettare la natura.
Recensioni
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MADIERI, MARISA, La radura. Una favola, Einaudi, 1992
GARSIN, VSEVOLOD, Attalea Princeps, Sellerio, 1992
recensione di Cases, C., L'Indice 1993, n. 3
(recensione pubblicata per l'edizione del 1992)
Marisa Madieri aveva già pubblicato presso Einaudi un libretto dal titolo "Verde acqua". Questa seconda prova ci sembra assai più interessante e persuasiva. È una favola nel senso che la protagonista è una margherita che cresce, sente e pensa nel suo mondo vegetale. Potrebbe essere un libro per bambini, ma allora prevarrebbero l'idillio da una parte e l'apologo didascalico dall'altra. Qui entrambi sono accennati, ma non insistiti. La radura in cui vive la margherita Dafne è una società vegetale piuttosto tranquilla con ragazze per bene, vecchie bellone che non disarmano, vecchi saggi, tentazioni amorose, desideri di evasione in parte accontentati dalla maestra Venanzia che spiega la geografia dei paesi al di là della radura e inizia ai mondi inesistenti della letteratura. Ma la morte è presente fin da principio e il vecchio giardiniere Oscar spiega a Dafne che torniamo tutti alla terra, ciò che la margherita non capisce perché sulla terra ci siamo tutti e non ha senso dire che ci torniamo. Le margherite, poi, oltre a perire sotto la falce sono esposte a essere spennate petalo per petalo, mentre gli uomini pronunciano "una litania misteriosa, forse una formula propiziatoria". Ma ci sono anche i pericoli che minacciano dall'interno. La ribelle Amanda capeggia una manifestazione femminista, per verità più pittoresca che aggressiva, e il consiglio dei Saggi è preoccupato per il declino del mondo della radura. La fine viene però dall'esterno e non è priva di tratti gentili, ha poco a che vedere con la morte di un merletto lentamente ingoiato da un serpente che aveva terrorizzato Dafne. Un'allegra compagnia di bambini si intreccia un serto di margherite che pone termine all'esistenza di Dafne e delle sue compagne. Ma prima di andarsene la bambina depone la ghirlanda su un cespuglio e così "Dafne non lasciò mai la sua radura", sciogliendo il paradosso di Oscar per cui si torna a quella terra che non si è mai abbandonata. Speriamo davvero che ci capiti a tutti una morte siffatta.
Ci sono altri racconti con piante parlanti? Forse ce n'è a bizzeffe, e sono inventariati in qualche opera positivistica del tipo di quel "Cavallo nella letteratura medioevale" preso in giro da Spitzer. Ma Sellerio ne ha appena pubblicato uno dell'autore del "Fiore rosso". È un racconto molto diverso da quello della Madieri. Qui siamo in una serra, quindi le piante sono in una condizione innaturale e ci si meraviglia meno che parlino. Esse sono immagini dell'individuo oppresso e mutilato dalla società e l'Attalea princeps vuole sfidarla ergendo la testa fino a rompere la gabbia di ferro e vetro. Ci riesce, ma a costo della vita. Garsin era un romantico, e si vede. C'è lo sforzo eroico e l'inevitabile sconfitta. Nella Madieri c'è piuttosto l'utopia di una società ordinata che rende accettabile anche la morte. E se facessimo un concorso per il miglior racconto sulle piante parlanti? Se ci si dovesse attenere strettamente alla realtà del nostro tempo l'impresa è impossibile perché tutte le piante morirebbero inquinate prima di aver raggiunto l'età della parola.
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