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Animali o bestie, anzi animali e bestie è quello che viene da chiedersi leggendo questi racconti da cui l’homo sapiens, per lo più, non esce bene, vera bestia in un campionario di esseri viventi in cui gli animali rappresentano un’atavica purezza, nell’uomo ormai da tempo definitivamente dimenticata. Tuttavia sono attribuiti a quattro zampe e anche a bipedi reazioni che sono tipicamente nostre, ma che hanno origini diverse, nel senso che le nostre sono quasi sempre frutto di un’azione in cui c’è un do ut des, una volontarietà che implica una relativa reazione. Anche noi ci vendichiamo per i torti subiti, dimenticando però che sovente ci macchiamo della stessa colpa; nell’animale questo non accade, perché nel suo comportamento non ci sono secondi fini. Ecco allora che la vendetta, per esempio dell’orsa, ha connotazioni diverse, è la reazione del tutto naturale di una madre a cui hanno sottratto il cucciolo ed è proprio l’orsa che dà il nome all’intera raccolta, questo vecchio plantigrado che fa un lungo viaggio per ritrovare il suo piccolo e per vendicarlo, in una battaglia finale che ha un dono cinematografico, nel senso che si materializzano le immagini davanti agli occhi del lettore. Di diversa tematica, ma non per questo meno bello è il commovente Serague, la storia di una mula bianca che lavora tutta una vita, cambiando più volte padrone, e che quando è ormai vecchia e inadatta a faticare viene venduta a dei macellai per una fine impietosa, quasi la metafora di alcuni anziani che quando non sono più in grado di dare vengono di fatto scaricati. E’ indubbio che il rapporto con la natura di Pardini sia paritario, nel senso che lui sia convinto, e mi trova d’accordo, di essere solo una parte dell’immensità del creato, in cui ogni essere vivente ha una sua funzione, ben delineata e insostituibile; in quest’ottica pertanto noi non siamo né più né meno degli animali, con questi però che, a differenza dell’uomo, non vengono mai meno al loro ruolo.
Ho letto il viaggio dell'orsa di Vincenzo Pardini e mi sono ritrovato con scrittori come Tolstoj e Kipling; mi stupisce che non abbia il mercato che meriterebbe.Di passaggio a Lucca non l'ho trovato esposto in nessuna libreria.Invito chi ne abbia voglia a provare a leggere questo libro, e sono sicuro che mi darete ragione.
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