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Un racconto di viaggio che l'autrice ci narra con precisione descrivendo paesaggi e monumenti in maniera impeccabile. So potrebbe benissimo usare il suo libro come guida turistica
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A più riprese nel 1906 e nel 1907 Edith Wharton accompagnata dal marito e da alcuni amici (tra i quali anche Henry James) esplora in automobile la provincia francese dalla Normandia alla valle della Loira dalla foresta di Fontainebleau all'Alvernia dai Pirenei alla Provenza. Le sue impressioni di viaggio forniscono la materia per una serie di articoli che confluiscono poi nel 1908 nella raccolta tradotta in questo volume. Viaggiatrice intrepida e avventurosa – non dimentichiamo che la Panhard del viaggio del 1906 è ancora una macchina scoperta – Wharton sa fissare paesaggi e monumenti in istantanee indimenticabili. Si veda ad esempio la descrizione della cattedrale in mattoni di Alby che le si para davanti sotto un cielo di un azzurro accecante "glabro mostro roseo appena uscito dal fiume per andare a crogiolarsi in cima all'altura". Ma ancor più affascinanti delle sue evocazioni di castelli rovine e abbazie o della dimora di George Sand a Nohantsono le osservazioni che Wharton dedica all'esperienza del viaggio in automobile in sé alle sue peculiarità. "Quale altra forma di viaggio – si chiede – avrebbe potuto portarci in tale comunione di spirito con la Loira se non la nostra liscia corsa lungo i suoi argini nella blanda atmosfera di maggio? Perché – aggiunge – dopotutto se all'automobilista sfuggono talvolta alcune vedute a causa della velocità talaltra egli può stamparsele nella memoria in virtù di una provvidenziale foratura o del ‘magnete' che fa i capricci; e se nelle giornate ventose deve attraversare il paesaggio riparandosi gli occhi nei pomeriggi dorati può suggere ogni goccia della sua essenza preziosa".
Mariolina Bertini
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