Le vie dei canti

Straordinario canto del cigno di Chatwin. La sua intuizione meriterebbe un approfondimento importante. L'idea che le antiche culture nomadi del cammino e del viaggio usassero i canti, i miti, le leggende come mappe culturali di viaggio, per ricoprire culturalmente il percorso ispirandosi ai vari elementi naturali che facevano da "segnali" in quei tempi antichi.. usare un mito su una certa montagna per tenere a mente il percorso verso il prossimo punto di riferimento..idea stupenda, geniale.

Una lettura che mi ha fatto appassionare alla figura di Bruce Chatwin. Dopo aver visto il documentario di Herzog "Nomad" (che consiglio caldamente non solo agli affezionati di Chatwin, ma anche - memore della mia esperienza - a tutti coloro che vogliano scoprire l'affascinante mondo del grande esploratore-scrittore) ho acquistato "Le vie dei canti" e vi ho ritrovato quanto di più bello la letteratura possa donare: le emozioni del viaggio, le descrizioni dei personaggi incontrati per caso durante il cammino dell'esploratore nomade e dei paesaggi lontani ed esotici di altre culture, altri mondi. Un testo che ha una sua (bellissima) filosofia di fondo: il nomadismo come way of life e la sacralità dei canti e delle terre aborigene.

Questo libro molto affascinante e pieno di significati, avrei dovuto leggerlo prima del mio viaggio in Australia, mi avrebbe aiutato a comprendere meglio il contesto all’interno del quale mi sono trovato. Il libro scorre molto velocemente e in un attimo ci si ritrova all’interno dei territori del nord, e in mezzo agli aborigeni, dai quali dovremmo imparare come ci si approccia alla vita, in modo meno materiale è più spirituale.