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Vita e morte di una costituzione. Una storia italiana - Michele Ainis - copertina
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Descrizione


Un saggio lucido, polemico, chiaro, sulle ragioni della nostra Costituzione, sulla sua distorta applicazione, sui dibattiti antichi e recenti in merito alla riforma, sull'ultimo disastroso progetto di stravolgerla. Michele Ainis insegna Istituzioni di diritto pubblico nell'Università di Teramo. Oltre all'impegno accademico, svolge un'intensa attivita di editorialista.
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Dettagli

2
2006
4 maggio 2006
162 p., Brossura
9788842079897

Voce della critica

A leggerlo ora, dopo l'esito (felice) del referendum sulla maldestra e devastante modifica predisposta dalla destra ai danni della costituzione, il pamphlet di Ainis è consolante: "L'abbiamo scampata bella", dirà il lettore che voglia farsi un'idea dell'entità del pericolo schivato. Ma Ainis, costituzionalista che ama parlar chiaro e fuori dai denti, non si limita al tentativo più recente e rovinoso di revisione. Accompagna il cammino della carta fin dai dibattiti in costituente e passa in rassegna puntualmente anche le operazioni avviate nel 1983, nel 1992 e nel 1997. Le sue conclusioni suonano volutamente conservatrici: "La rivoluzione più dirompente sarebbe applicare la Costituzione, quella Costituzione che è stata tradita mentre era ancora in fasce". Si tratta di una conclusione perentoria. Le esigenze di aggiornamento, se non di organica riforma, non nascono dal nulla: meglio farci i conti che schernirle in blocco. Non mancano pezzi di sicura efficacia. I nuovi meccanismi elettorali di segno maggioritario hanno originato guasti enormi: "Da un lato (al centro) ci attende un direttorio di segretari di partito senza popolo; dall'altro (in periferia) un direttorio di presidenti di Regione senza partito. Insomma, un doppio notabilato". In realtà il notabilato è l'unico fenomeno davvero plurale, e i sindaci hanno conquistato una posizione ben più eminente dei presidenti di regione. In parte ciò si deve a una reazione non ben calibrata al ruolo debordante dei partiti, già stigmatizzato da Mortati nel 1952. E allora che fare? Nessuno pretende da un piccolo libro ricette definite. Ainis ha voluto ridicolizzare velleità approssimative. Quanto al da farsi, se non maturano convinzioni serie e condizioni accettabili di convergenza sarà inevitabile tenersi la costituzione com'è: con i tradimenti che anche le fedeltà più appassionate tollerano, o consigliano.
  Roberto Barzanti

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Conosci l'autore

Michele Ainis

1955, Italia

Michele Ainis è ordinario di Istituzioni di diritto pubblico all'Università di Teramo, dove è stato prorettore vicario (nel 2001) e preside della facoltà di Giurisprudenza (dal 2001 al 2005). Ha pubblicato numerosi saggi, è membro del comitato di direzione di varie riviste giuridiche, ed ha tenuto conferenze in Italia e all’estero. Dal 1998 è editorialista della Stampa di Torino, dopo aver collaborato al Corriere della sera. Nel 2003 è stato eletto nel direttivo dell’Associazione italiana dei costituzionalisti. Coordina la Scuola di scienza e tecnica della legislazione “Mario D’Antonio” costituita presso l’Isle. Ha fatto parte di varie commissioni ministeriali di progettazione e di studio. Fra i suoi...

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