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Un saggio davvero interessante e approfondito che getta luce su un tema complicato. Consigliato!
Uno studio molto interessante soprattutto per le fonti: i diari di tedeschi comuni. Ne risulta un quadro molto chiaro e inquietante del consenso, dell'adesione convinta, dei supporti retorici e propagandistici con cui il popolo di Kant si lasciò sedurre dall'imbianchino di Braunau. E di come poi, per almeno venticinque anni, cercò di convincersi di non aver fatto che il proprio dovere, tentando di normalizzare o minimizzare le dimensioni dello sterminio. Revisionismo e negazionismo nati, insomma, dal basso. E lì rimasti.
Il libro ripercorre come il nazismo sia cresciuto e abbia alla fine conquistato i cuori, le menti dei tedeschi accecandoli e portandoli alla rovina e la vergogna. Lo racconta dal punto di vista non del potere centrale, ma dei tedeschi stessi, attraverso le loro lettere, il cambiamento del loro vocabolario quotidiano e delle abitudini individuali e collettivi. Quattro capitoli scritti in modo non accademico, né freddo, ma con un linguaggio da cui traspare angoscia, paura, speranza, frenesia… il linguaggio e le voci dei tedeschi durante il nazismo.
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