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Anno edizione: 2017
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per me è un libro IMPORTANTISSIMO FONDAMENTALE per capire cosa è REALMENTE accaduto, in Israele e Palestina, dal '67 in poi complimenti a Bregman per la sua eccelsa onestà intellettuale!!!
Dopo avere denunciato in premessa i comportamenti dello Stato ebraico come in aperta violazione della Convenzione dell’Aia, della Quarta Convenzione di Ginevra, delle risoluzioni dell’Assemblea delle Nazioni Unite e della Corte di Giustizia dell’ONU, Bregman opera una ricostruzione particolareggiata della politica coloniale avviata da Israele nei Territori occupati dopo la guerra dei sei giorni: accantonata la posizione conciliante di Moshe Dayan, in interi villaggi palestinesi Israele procedette alla demolizione parziale o totale degli edifici, all’immiserimento dell’economia, alle angherie nei confronti degli abitanti, alla pulizia etnica attraverso deportazioni forzate e omicidi, e al controllo della rete elettrica e idrica come arma di ricatto; con la conseguenza di creare nella popolazione aggredita rabbia crescente e un forte risentimento verso i colonizzatori. Allo stesso tempo si svolgevano tormentate e frustranti iniziative diplomatiche che durarono decenni senza portare a risultati, alternate a una scia di sangue innocente. «Accusavo gli israeliani – la mia gente, i miei amici – di commettere contro i palestinesi le stesse brutalità criminali che un tempo tanti altri popoli del mondo avevano inflitto agli ebrei» è il passo di una lettera pubblica dell’Autore, nato e cresciuto in Israele e perciò non sospettabile di partigianeria filoaraba e pregiudizi antisionisti. Tutto è rigorosamente documentato, e perciò sono ancor più dolenti le vicende di civili dai diritti negati, o in fuga dalle proprie case e dalla propria terra, o vittime del fuoco dell’esercito invasore. La lettura risulta urticante, almeno per chi non ha il cuore oramai indurito dall’assuefazione alle tragedie che la cronaca di oggi ci somministra, come amare medicine.
La tesi di fondo verte sulla colpa di Israele di aver vinto una guerra occupando territori senza sapere cosa farne. E sommando errori su errori sull'occupazione di queste terre instaurando una "dittatura" miliitare che ha portato all'esasperazione i palestinesi che hanno risposto con una serie di attentati suicidi. Ma addossando anche la colpa ad Arafat, non in grado di accettare le migliori condizioni che in particolare Barak e Clinton gli offrivano.
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