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Romanzo di formazione davvero interessante per la complessità dei temi trattati e le continue ed originali "incursioni poetiche" dell'Autrice tedesca.
Recensioni
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scheda di Chiarloni, A., L'Indice 1990, n. 8
Introdotti dai versi di un enigma che rimanda - come il titolo - a una perdita d'identità, i sei capitoli di questo romanzo autobiografico rivelano il gusto dell'autrice per una prosa composita, intessuta di elementi narrativi eterogenei: dalla notizia giornalistica alla poesia, dall'epistolario alla trattatistica socio politica, i generi si alternano senza soluzione di continuità. Protagonista è un'orfana quindicenne che frequenta un collegio per la formazione di nuovi quadri di partito nella Rdt degli anni cinquanta. La prospettiva dell'adolescente - comunista convinta che aderisce alla causa con tutta la foga incondizionata della giovane età - consente al lettore di osservare "dall'interno" la faticosa edificazione di quella repubblica socialista. Bisogna riconoscere che la Novak, benché residente dal 1961 in occidente e privata della cittadinanza della Rdt dal 1966, non si allinea a certa letteratura di facile e perentoria liquidazione dell'utopia originaria ma - semmai - illustra con dovizia d'informazioni le difficoltà che ne impediscono la realizzazione. A cominciare dalla miseria, magistralmente resa nell'immagine dell'orfana che - legati due coltelli sotto le scarpe - stordisce il desiderio dei pattini danzando il "giro della morte" nella cucina deserta del collegio.
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