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Un film che non ha una trama avvincente, né che scorre in un susseguirsi incalzante di eventi, ma che è comunque bellissimo da vedere, perché fa riflettere sull’abisso che c’è fra il mondo arabo legato alle tradizioni e chi, più aperto alla novità e alla cultura occidentale, riesce ad avere uno sguardo più “libero” sulla vita. Incomprensioni tra un padre e un figlio che non si conoscono veramente e che non si riconoscono più l’uno nell’altro; due persone che dialogano senza dialogare, ma che in fondo esprimono lo stesso bisogno di essere capiti.
Per partecipare al matrimonio della sorella ,Shadi rientra da Roma e dà una mano a suo padre. Padre e figlio si confrontano attraverso due visioni diverse della vita. Il film si svolge in una sola giornata,a Nazareth,che viene raccontata in tutte le sue contraddizioni, senza abbellimenti. Bel film. Bravi gli attori. Il racconto scorre in modo gradevole. Lo consiglio
Recensioni
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Un viaggio urbano attraverso la Nazareth dei "palestinesi invisibili" tra sottomissione a Israele ed esilio all'estero
Trama
Abu Shadi, 65 anni, divorziato, professore a Nazareth, prepara il matrimonio di sua figlia. Shadi, suo figlio, architetto a Roma da anni, rientra qualche giorno per aiutarlo a distribuire a mano, uno per uno, gli inviti del matrimonio come vuole la tradizione palestinese del "wajib". Tra una visita e l'altra, le vecchie tensioni tra padre e figlio ritornano a galla in una sfida costante tra due diverse visioni della vita.
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